La dinastia Ming (1368-1644)
Lo stile si arricchì molto grazie all'apporto di grandi maestri che oltre a fondare nuovi stili, contribuirono a tramandare uno Shaolin arricchito di perfezionamenti tecnici. A causa del personale apporto che ogni maestro dava agli stili, è in questo periodo che si comincia a registrare una tendenza alla diversificazione di uno stesso stile da scuola a scuola. Lo Shaolinquan che ci è arrivato è sicuramente molto diverso da quello originario, poiché sebbene abbia molto influenzato gli stili successivi, è stato a sua volta modificato dalle diverse personalità dei maestri che lo hanno tramandato. Probabilmente è da questo periodo che inizia a formarsi lo Shaolinquan e la sua fama. Infatti , sebbene i testi segnalano una pratica di pugilato a Shaolin già dal sesto secolo, i grandi autori della letteratura militare della dinastia Ming, Yu Dayou, Qi Jiguang e He Liangcheng non ne fanno menzione. Qi Jiguang nel Jixiao Xinshu elenca quindici scuole di pugilato, ma cita Shaolin solo per il maneggio del bastone. Il generale Yu Dayou (1504-1580) racconta nel suo Zhengqi tang ji, pubblicato nel 1566, che durante un suo soggiorno al Tempio constatò che l’abilità marziale dei monaci era sopravvalutata ed insegnò al bonzo Zongjing che a sua volta trasmise i suoi apprendimenti ai propri correligionari. Cheng Zongyou, anche conosciuto come Cheng Chongdou nel suo Shaolin gunfa chanzong del 1621 racconta di avere passato 10 anni a studiare arti marziali nel Tempio Shaolin e riferisce di un interesse crescente da parte dei Monaci per il Pugilato a partire dalla fine della dinastia Ming. Egli afferma: “… il pugilato non ha ancora raggiunto il suo più alto livello. E’ per questo motivo che (i monaci) si esercitano nella speranza di elevarlo ad un livello paragonabile (a quello dell’arte del bastone)”. Il Wuzazu , un'opera scritta durante il regno di Wanli(1573-1620) segnala un Metodo di Pugilato del Monastero Shaolin e un letterato dell’epoca, Wang Shixing, che ebbe l’occasione di osservare quattrocento monaci che vi si esercitavano lo descrive così nel suo Song gao youji: “combattono in una maniera tale che pugni e bastoni sembrano volare”. Si può affermare che furono proprio Qi Jiguang e Yu Dayou a reintrodurre a Shaolin l'arte del pugilato.
Lo stile si arricchì molto grazie all'apporto di grandi maestri che oltre a fondare nuovi stili, contribuirono a tramandare uno Shaolin arricchito di perfezionamenti tecnici. A causa del personale apporto che ogni maestro dava agli stili, è in questo periodo che si comincia a registrare una tendenza alla diversificazione di uno stesso stile da scuola a scuola. Lo Shaolinquan che ci è arrivato è sicuramente molto diverso da quello originario, poiché sebbene abbia molto influenzato gli stili successivi, è stato a sua volta modificato dalle diverse personalità dei maestri che lo hanno tramandato. Probabilmente è da questo periodo che inizia a formarsi lo Shaolinquan e la sua fama. Infatti , sebbene i testi segnalano una pratica di pugilato a Shaolin già dal sesto secolo, i grandi autori della letteratura militare della dinastia Ming, Yu Dayou, Qi Jiguang e He Liangcheng non ne fanno menzione. Qi Jiguang nel Jixiao Xinshu elenca quindici scuole di pugilato, ma cita Shaolin solo per il maneggio del bastone. Il generale Yu Dayou (1504-1580) racconta nel suo Zhengqi tang ji, pubblicato nel 1566, che durante un suo soggiorno al Tempio constatò che l’abilità marziale dei monaci era sopravvalutata ed insegnò al bonzo Zongjing che a sua volta trasmise i suoi apprendimenti ai propri correligionari. Cheng Zongyou, anche conosciuto come Cheng Chongdou nel suo Shaolin gunfa chanzong del 1621 racconta di avere passato 10 anni a studiare arti marziali nel Tempio Shaolin e riferisce di un interesse crescente da parte dei Monaci per il Pugilato a partire dalla fine della dinastia Ming. Egli afferma: “… il pugilato non ha ancora raggiunto il suo più alto livello. E’ per questo motivo che (i monaci) si esercitano nella speranza di elevarlo ad un livello paragonabile (a quello dell’arte del bastone)”. Il Wuzazu , un'opera scritta durante il regno di Wanli(1573-1620) segnala un Metodo di Pugilato del Monastero Shaolin e un letterato dell’epoca, Wang Shixing, che ebbe l’occasione di osservare quattrocento monaci che vi si esercitavano lo descrive così nel suo Song gao youji: “combattono in una maniera tale che pugni e bastoni sembrano volare”. Si può affermare che furono proprio Qi Jiguang e Yu Dayou a reintrodurre a Shaolin l'arte del pugilato.
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