Stile creato sulla base di un gran numero di stili provenienti dal nord della Cina. Caratteristica di questa disciplina è la predominanza di posizioni eseguite in allungamento, il passaggio da una posizione all'altra avviene in modo repentino, veloce e fluido, durante l' esecuzione delle tecniche la respirazione è diaframmatica e le spalle rimangano rilassate. La pratica costante di questo stile porta ad un aumento della potenza, resistenza, velocita, coordinazione ed equilibrio del nostro corpo. Attualmente è una delle disciplina marziali piu diffuse in tutta la Cina, ad esso viene abbinato lo studio delle seguenti armi: Sciabola, Spada, Bastone e Lancia.
giovedì 21 maggio 2009
mercoledì 20 maggio 2009
Nanquan (boxe del sud)
Il Nanquan è uno stile di wushu il cui nome richiama tutti gli stili del sud della Cina. In questo stile ci sono varie categorie in quanto il Nanquan è stato sviluppato e praticato per un periodo storico molto lungo ed in una vasta area territoriale. Le tecniche di mano sono numerose e molto varie, includono Quanfa (tecnica di pugno), Zhangfa (tecnica di palmo), Goufa (tecnica di gancio), Zhaofa (tecnica dell'artiglio), Jiaofa (tecnica di braccio). Le tecniche dell'artiglio, delle dita e del braccio sono caratteristiche importanti che distinguono il Nanquan dagli altri stili.Le tecniche di braccia vengono utilizzate per l'attacco e la difesa e comprendono azioni di: scendere, intercettare, forare, rotolare, spaccare. ecc. Nel nanquan, generalmente, il praticante applica continuamente alcuni movimenti del braccio sulla stessa posizione. Perciò si dice dello stile: "una singola posizione con molti colpi di braccio", "un passo con alcuni cambi delle tecniche della mano".La forza del nanquan viene sviluppato dalla vita e si divide in: "Duan-Jing" (forza corta), "Chang-Jing" (forza lunga), "Piao-Da-Jing", "Lian-Mian-Jing" e "Zhang-Dong-Jing" (la forza dell'urto vibrante).Alcuni movimenti vengono eseguiti emettendo un urlo. Le urle generalmente sono "Xi(ci), He, Hua, Hai, Yi (ii), Yi (i)", e le urle imitativi degli animali; solitamente vengono seguiti due principi: 1) l'urlo si combina con la forza del movimento, aggiungendo ed unendo il "Qi" e la forza; 2) si combina con le posizioni imitative del movimento degli animali, permettendo l'unione della forma e della consapevolezza.Dal 1960 il Nanquan è diventato un evento chiave nelle competizioni,. E nel 1989 è stata fatta "la forma codificata da gara internazionale". Nel 1992 sono state codificate anche le forme di "Nandao" (sciabola del sud) e "Nangun" (bastone del sud), rispettando le caratteristiche degli stili del sud e rendendole adatte ad una competizione di livello mondiale.
martedì 19 maggio 2009
Stile dell'aquila
Lo YING ZHAO QUAN è uno stile imitativo esterno, in quanto imita le movenze appunto dell' aquila Nasce nel tempio Shaolin del Nord ed è stato codificato dal generale Ngok Fei dopo aver imparato lo stile dal monaco Jow Tong. Durante la dinastia dei Ming, un altro monaco, chiamato Lai Chin, modificò nuovamente queste tecniche inserendo elementi del FANZI QUAN. La caratteristica principale di questo stile di Kung Fu è quella di afferrare con le punta delle dita i punti vitali dell'avversario. Questa tecnica particolare si chiama Ying Jow ed è molto usata anche nelle forme di TANG LANG, dato che permette di afferrare rapidamente il braccio dell'avversario bloccando così ogni suo tentativo di attacco con gli arti superiori. Le tecniche di bloccaggio utilizzate sono le stesse che si trovano nel Qinna.I colpi di mano vengono portati per schiacciare determinate parti del corpo con lo scopo di controllarlo. Lo stile non ha bisogno di particolari doti fisiche: sfrutta solo la forza nelle dita e nei polsi. L'artiglio dell'aquila è letale quando strattona l'avversario; è considerato uno degli stili più etici in quanto ha in se valide tecniche di autodifesa senza provocare gravi danni all'avversario.Questo stile è classificato negli stili esterni: infatti vi troviamo movimenti molto ampi dove sono presenti anche molti salti. Nei salti sono particolari le posizioni delle braccia: esse sono tese verso l'alto. Questa particolarità è stata introdotta non solo per imitare le ali dell'aquila, ma anche per conferire al praticante, un salto più alto, in quanto il peso delle braccia viene ridotto portandole verso l'alto. In questo stile vi troviamo anche i principi dello Yin e Yang: i colpi sono sia veloci che lenti, portati in maniera rilassata ma con grande decisione. Il praticante deve prima raggiungere uno stato di forza fisica molto alto, e poi imparare a cedere. Esistono circa 70 forme dello YING ZHAO QUAN e circa 108 tecniche di bloccaggio. Le tre forme principali sono: Lin Kuen (pugni concatenati), Jui Lao Tong (l'artiglio dell'aquila ubriaco) e Fuk Fu Kuen (controllo della tigre).
lunedì 18 maggio 2009
Lo stile dell'ubriaco (parte3)
Tsai Kun Hsu insegnerà nel centro della Cina, nella zona di Shanghai fino a che, in seguito agli accadimenti politici di quell'epoca ed alla conseguente messa al bando delle arti marziali, si trasferì a Taiwan, dove fondò la sua scuola e dalla quale escono i suoi due migliori allievi: il Maestro Chen Kei Fu ed il Maestro Ho Tang Sing.
In realtà esistono diverse scuole di Zui Ba Xian Quan, non solo quella di Tsai Kun Hsu, come pure esistono molti maestri di questo stile; le scuole sono in tutto otto, delle quali tre del "sud" e cinque del "nord"; due di queste sono Nei Jia ed in via di estinzione, le altre sono Wai Jia. Sono rappresentate dalle otto statuette dei sacri immortali, ognuna delle quali in una posizione caratteristica.
Attualmente il Maestro Tsai Kun Hsu ha la sua scuola a Taiwan, il Maestro Ho Tang Sing insegna ad Hong Kong ed il Maestro Chen Kei Fu ha una scuola a Canton ed una ad Hong Kong.
Molto spesso si definisce lo stile dell'Ubriaco con il detto "CHO CHUAN NI SOU PA", cioè "lo stile che non sai mai quello che fa".
In realtà esistono diverse scuole di Zui Ba Xian Quan, non solo quella di Tsai Kun Hsu, come pure esistono molti maestri di questo stile; le scuole sono in tutto otto, delle quali tre del "sud" e cinque del "nord"; due di queste sono Nei Jia ed in via di estinzione, le altre sono Wai Jia. Sono rappresentate dalle otto statuette dei sacri immortali, ognuna delle quali in una posizione caratteristica.
Attualmente il Maestro Tsai Kun Hsu ha la sua scuola a Taiwan, il Maestro Ho Tang Sing insegna ad Hong Kong ed il Maestro Chen Kei Fu ha una scuola a Canton ed una ad Hong Kong.
Molto spesso si definisce lo stile dell'Ubriaco con il detto "CHO CHUAN NI SOU PA", cioè "lo stile che non sai mai quello che fa".
domenica 17 maggio 2009
Lo stile dell'ubriaco (parte2)
Il terzo evento si riferisce ad un misterioso Maestro di cui non si conosce il nome e che viveva nel sud della Cina durante la dinastia Ching, intorno alla seconda metà del 1800. Si narra che un monaco Taoista tramandò lo stile dell'ubriaco ad un monaco Buddista e che quest'ultimo ebbe come suo unico allievo un vagabondo che girava per il sud nella regione del Fukkien. Di questo Maestro non si sa praticamente nulla, salvo il fatto che utilizzò il suo stile per combattere contro due giovani esperti di Kung Fu.Questa storia narra che i due, dopo aver partecipato ad una dimostrazione di Kung Fu, nella quale mostravano la loro abilità nella lotta, al momento di spartirsi il ricavato dello spettacolo cominciarono a litigare fino a battersi e, mentre la gente lasciava la piazza per paura di essere coinvolta nello scontro, arrivò un vecchio vagabondo ubriaco. Egli teneva in una mano una fiaschetta di vino e nell'altra un bastone; si sedette su di un sasso ad osservare, sorseggiando il suo vino e ridendo dei due che si battevano. Già alterati per la lite, si infastidirono subito della presenza di quel vagabondo e cercarono di mandarlo via, ma inutilmente. Egli si mise a prenderli in giro fino a farli smettere litigare. Allora uno dei due si avvicinò al vecchio chiedendo cosa avesse da ridere, ed egli rispose: "Lo stile Hung Gar, che tu usi, è troppo rigido, duro e tu sei troppo serio"; poi rivolgendosi all'altro: "Tu fai troppa scena, lo stile Hou Chuan è sciocco ed esagerato, tutti e due messi insieme non valete un granché". All'improvviso il ragazzo che usava l'Hung Gar attaccò il vecchio con violenza, deciso a togliersi subito dai piedi quell'ubriacone, ma questo, continuando a ridere e bere, schivò tutti gli attacchi senza mai reagire. Si fece allora sotto l'altro, con il suo stile acrobatico e imprevedibile, ma nello stesso modo, mandò a vuoto tutti gli attacchi rivelando, nonostante l'età, un'agilità sorprendente. A quel punto i due attaccarono insieme, ma il risultato fu solo quello di far decidere al vecchio che era il momento di reagire e li batté velocemente e con estrema facilità. Esterrefatti si prostrarono ai suoi piedi implorando di essere accettati come allievi e di seguirlo per sempre; l'anziano Maestro vagabondo rifiutò, dando però loro uno scritto che conteneva i principi dello stile e le indicazioni per trovare l'unico suo allievo e servitore che il vagabondo aveva avuto in passato. Trovato il servo, non riuscirono a farsi accettare, in quanto esisteva già l'erede della scuola: il Maestro Tsai, il quale porterà avanti lo stile tramandandolo a suo figlio, il Maestro Tsai Kun Hsu.
Continua....
sabato 16 maggio 2009
Lo stile dell'ubriaco
La leggenda
Il primo fatto storico coincide con la vita artistica del poeta e filosofo Li Po, vissuto intorno al 600-700 d.C., sotto la dinastia Tang. A lui si deve il fondamento spirituale e filosofico dello stile, più che una codificazione delle tecniche dell'ubriaco; del suo modo di combattere infatti non si sa praticamente nulla. Notevole invece il suo contributo letterario e poetico, di evidente estrazione Taoista, al concetto di "ubriaco", non già come persona in preda ai fumi dell'alcool, ma come persona che è in estasi profonda perché perfettamente integrata con la natura circostante, impegnata nella costante ricerca della verità, della saggezza, rappresentata dalla Luna. Così come avviene inizialmente per un ubriaco, di sentire la propria energia che irrompe all'esterno, dandogli una consapevolezza superiore del proprio corpo e della realtà, permettendogli di "essere più vero", sia nei movimenti che nel pensiero, libero dalle inibizioni del vivere sociale.
Il secondo punto lo abbiamo durante la dinastia Ming (1330-1644) direttamente nel monastero di Shaolin, vera fucina di stili di Kung Fu. Si narra che un anziano monaco esperto nell'arte del Kung Fu, un giorno si trovò ad osservare due giovani iniziati suoi allievi, che di nascosto stavano per battersi. Contrariato e in procinto di intervenire per separarli, si accorse che i due erano ubriachi e che a stento si tenevano in equilibrio. Colpito da ciò, osservò i suoi allievi che, già esperti nella lotta, si fronteggiavano con le tecniche del loro Kung Fu " annebbiate dal vino", dando vita ad uno scontro imprevedibile nei movimenti, estremamente acrobatico ed efficacissimo sia negli attacchi che nelle azioni di difesa. Dall'osservazione e dall'analisi di questo combattimento il monaco Maestro ne ricavò uno stile di Kung Fu, chiamato poi "L'ubriaco del monastero di Shaolin".
Il secondo punto lo abbiamo durante la dinastia Ming (1330-1644) direttamente nel monastero di Shaolin, vera fucina di stili di Kung Fu. Si narra che un anziano monaco esperto nell'arte del Kung Fu, un giorno si trovò ad osservare due giovani iniziati suoi allievi, che di nascosto stavano per battersi. Contrariato e in procinto di intervenire per separarli, si accorse che i due erano ubriachi e che a stento si tenevano in equilibrio. Colpito da ciò, osservò i suoi allievi che, già esperti nella lotta, si fronteggiavano con le tecniche del loro Kung Fu " annebbiate dal vino", dando vita ad uno scontro imprevedibile nei movimenti, estremamente acrobatico ed efficacissimo sia negli attacchi che nelle azioni di difesa. Dall'osservazione e dall'analisi di questo combattimento il monaco Maestro ne ricavò uno stile di Kung Fu, chiamato poi "L'ubriaco del monastero di Shaolin".
Continua....
venerdì 15 maggio 2009
Descrizione stile Hou Quan
Lo stile della Scimmia è una disciplina di combattimento cinese che attribuisce alle tecniche di attacco e difesa del Kung Fu (Wushu tradizionale) l'agilità, l'intraprendenza e il dinamismo caratteristici della scimmia. E' divertente da vedere, ma richiede grande atleticità e forza fisica. Lo stile della scimmia vede il praticante immedesimarsi perfettamente nell’animale, arrivando a imitarne sin nei minimi particolari gli atteggiamenti, le acrobazie e le astuzie; si tratta di uno stile veramente funambolico, ricco di salti, capriole e tecniche a terra: è strano, ma feroce.
giovedì 14 maggio 2009
Hou Quan- boxe della Scimmia
Storia
Lo stile imitativo della Scimmia è molto divertente, ma è anche considerato tra i sistemi più efficaci. Tracce di questo stile si hanno dal 1842 quando i primi missionari arrivarono in Cina. Un tranquillo uomo di pace, Kau See, si rifiutò di essere arruolato e accidentalmente uccise un ufficiale. Fu messo in prigione e lì, osservò ed imitò i movimenti delle “sentinelle”, dei primati. Studiò i movimenti degli scimmioni per dieci anni, prestando particolare attenzione al loro modo di combattere. Una volta perdonato e rilasciato, venne conosciuto come il "Maestro Scimmia". In breve tempo ebbe molti discepoli tutti devoti a questo inusuale sistema di combattimento.
mercoledì 13 maggio 2009
Seminario Tai Chi a Varese
Da settimana prossima sono aperte le iscrizioni per il seminario di tai chi che si svolgerà presso la palestra Skorpion di Varese il prossimo 30 Maggio. I costi sono di 50 € . Per info sui programmi e orari, che saprò solo la prossima settimana, contattatemi !!!
domenica 10 maggio 2009
Campionati europei di kung fu
Vi comunico che quest'anno i campionati di kung fu d'Europa si svolgeranno a Parigi i prossimi 8 e 9 Luglio. Parteciperanno i migliori atleti selezionati nelle varie gare nazionali ed internazionali svolte nel 2009, nonchè i vari campioni nazionali di tutta Europa!!
lunedì 4 maggio 2009
Il Bastone Shaolin
Jinnaluo Wang si trovò al centro di una importante leggenda. Secondo lo Shaolin gunfa zanzong scritto da Cheng Chongdou nel 1616 la tecnica di Shaolingun sarebbe apparsa nel corso del quattordicesimo secolo, nel corso della rivolta dei Turbanti Rossi che mise fine alla dinastia Yuan. Per Cheng, il tempio stava per essere attaccato dagli insorti, quando l’apparizione di un monaco armato di un attizzatoio di ferro e posseduto dalla divinità Jinnaluo Wang li fece disperdere. In questa leggenda qualcuno ha voluto vedere la possibilità che questa arte dell’utilizzo del bastone abbia una provenienza Tibetana. Questa leggenda lungi dall’avere alcun fondamento storico, per Stanley Henning potrebbe essere un elegante stratagemma per sviare l’attenzione da una clamorosa sconfitta subita dai Monaci Shaolin, sul Wutaishan e per creare un alone mitico che proteggesse il tempio da attacchi Nella trasmissione dell’arte del bastone a Shaolin probabilmente molto si deve a Yu Dayou e di ciò si trova traccia in storie successive, in particolare il Shou Bi Lu che descrive l’arte della lancia (qiang) del monaco Hong Zuan con grosse convergenze con le stesse abilità marziali descritte da Yu. Cheng Zongyou apprese il Metodo del Bastone Shaolin da un allievo di Hong Zuan, tale Guang An e cita le forme Da e Xiao Yechagun, Yishougun, Paigun, Chuansuo gun, ecc..
domenica 3 maggio 2009
Caratteri rappresentativi dello Shaolin tradizionale
- Saluto: il saluto si realizza in posizione eretta,mani a palmo lungo i fianchi e sguardo in avanti. Poi le mani vengono portate congiunte davanti al torace mentre si flette i busto in avanti. Durante la flessione in avanti si pronuncia la formula "Namo Mituo Fo", termine buddista che significa mi dò totalmente al Buddha Amitabha .
- Colpi frustati: ogni colpo (pugno, palmo) dopo aver colpito torna immediatamente indietro, pronto a difendersi o a colpire di nuovo. Il braccio dopo aver colpito ed essersi parzialmente esteso, ritorna subito in posizione semiflessa.
- Braccia ne curve ne dritte: questa caratteristica è osservabile in tutti i Tao Lu e tecniche dello Shaolinquan. Un braccio troppo dritto è soggetto a prese e tecniche di rottura, espone le vene e impiega più tempo per tornare alla difesa. Inoltre non può attaccare con rapidità ed esprimere la massima forza. In ogni posizione dello Shaolin le braccia sono quasi sempre leggermente flesse di pochi gradi a livello del gomito.
- "Muoversi dove si accovaccia un bue": è un detto cinese. Ma sta ad indicare che ogni tecnica deve poter essere eseguita in spazi molto piccoli in quanto questo permetterebbe al praticante di sfuggire e muoversi abilmente, anche se accerchiato. Ne consegue inoltre che le posizioni non saranno mai eccessivamente aperte, sia a livello di braccia che a livello di gambe.
- Niente eccessi : lo stile utilizza posizioni basse, alte, di riposo e di equilibrio ma non sfociano mai nell'eccesso. Quindi non ci sono mai posizioni troppo basse o lunghe, anche se magari belle a vedersi. Lo Shaolin sotto questo aspetto predilige sempre l'aspetto marziale e non quello artistico o coreografico.
- Posizione di chiusura: lo Shaolinquan si caratterizza nel concludere generalmente i Tao Lu con una posizione di chiusura tipica di questo stile. La posizione base è quella del Ma Bu o Posizione del Cavaliere, ma la testa è rivolta a sinistra, il braccio sinistro poggia il pugno rivolto verso il basso sul terzo distale della coscia e il braccio destro protegge il cranio portando il pugno sopra la tempia destra, con il gomito rivolto verso l'alto. Generalmente questa posizione di chiusura viene accompagnata dal caratteristico Fajin, mantenuta pochi secondi per poi concludere il Tao Lu con il saluto.
- Svariati Tao Lu: lo Shaolinquan conta intorno alle 370 forme.
sabato 2 maggio 2009
Lo stile Shaolin Kung Fu
Lo Shaolinquan è uno stile esterno delle arti marziali della Cina del Nord. Il principio fondamentale dello Shaolin è quello di riuscire a passare il più rapidamente possibile da una tecnica eseguita con la massima potenza ad un'altra egualmente potente. Si deve costantemente poter passare dall attacco alla difesa. Per eseguire questo principio è necessario che fra una tecnica e la successiva si passi in uno stadio di morbidezza o cedevolezza che sta ad indicare un particolare atteggiamento fisico e mentale in cui i muscoli sono rilassati, ma reattivi, i riflessi sono pronti e la mente è sgombra e pronta a reagire nel modo più adeguato alla situazione. Il risultato è uno stile estremamente dirompente ma anche molto fluido, cioè rapido e continuo, in cui le tecniche non vengono interrotte, ma si susseguono in maniera spontanea, come se ogni tecnica si risolvesse necessariamente nella successiva.
Lo Shaolinquan comprende svariate tecniche di attacco: pugni, colpi a mano aperta e di gomito; calci a terra e calci volanti.
"Pugni al sud, gambe al nord"Questo detto cinese sta ad indicare l'uso prediletto delle tecniche di gambanello Shaolin del Nord, dell Henan, rispetto agli stili del Sud, i qualiprediligono più l'uso delle braccia.
Le tecniche di parata sono fondamentali, in quanto vengono considerate come veri e propri colpi: nello Shaolin quando si para si colpisce per ferire. Tutte le tecniche di parata difendono il rettangolo spaziale e devono avvenire ad una distanza precisa dal corpo,entro la quale il colpo ormai è ricevuto. Le gambe si difendono da sole, le braccia difendono solo i genitali, torace e volto. Ogni parata è sempre preceduta da un tentativo di portarsi al di fuori del raggio d'azione della tecnica avversaria. Numerose sono anche le tecniche di caduta, onde avere il minor danno possibile quando si cade o si viene proiettati. Basti pensare che tutte queste tecniche hanno dato origine ad uno stile a parte, il Ditangquan (Ti T'ang Chuan)e sono rappresentate nell'omonimo Tao Lu.
Infine uno degli aspetti più importanti dello Shaolin è lo studio delle tecniche di presa, leva, immobilizzazione e strangolamento. Queste tecniche sono confluite in un moderno stile prerogativa dei corpi di polizia, cioè il Qinna. Sono le più importanti nell'aspetto della difesa personale, in quanto permettono di difendersi o mettere fuori uso l'avversario senza provocare particolari danni, salvaguardandone la vita.
Lo Shaolinquan comprende svariate tecniche di attacco: pugni, colpi a mano aperta e di gomito; calci a terra e calci volanti.
"Pugni al sud, gambe al nord"Questo detto cinese sta ad indicare l'uso prediletto delle tecniche di gambanello Shaolin del Nord, dell Henan, rispetto agli stili del Sud, i qualiprediligono più l'uso delle braccia.
Le tecniche di parata sono fondamentali, in quanto vengono considerate come veri e propri colpi: nello Shaolin quando si para si colpisce per ferire. Tutte le tecniche di parata difendono il rettangolo spaziale e devono avvenire ad una distanza precisa dal corpo,entro la quale il colpo ormai è ricevuto. Le gambe si difendono da sole, le braccia difendono solo i genitali, torace e volto. Ogni parata è sempre preceduta da un tentativo di portarsi al di fuori del raggio d'azione della tecnica avversaria. Numerose sono anche le tecniche di caduta, onde avere il minor danno possibile quando si cade o si viene proiettati. Basti pensare che tutte queste tecniche hanno dato origine ad uno stile a parte, il Ditangquan (Ti T'ang Chuan)e sono rappresentate nell'omonimo Tao Lu.
Infine uno degli aspetti più importanti dello Shaolin è lo studio delle tecniche di presa, leva, immobilizzazione e strangolamento. Queste tecniche sono confluite in un moderno stile prerogativa dei corpi di polizia, cioè il Qinna. Sono le più importanti nell'aspetto della difesa personale, in quanto permettono di difendersi o mettere fuori uso l'avversario senza provocare particolari danni, salvaguardandone la vita.
venerdì 1 maggio 2009
Lo Shaolin oggi
Nella nostra epoca ebbero un ruolo importante nella trasmissione dello Shaolinquan nel corso di questo secolo alcuni Monaci guerrieri: Zhenxu (1893-1955), Degen (1914-1963), Yongxiang (nato nel 1920), Suyun (nato nel 1923), e Suxi (nato nel 1925). Lo Shaolin Quanpu salvato dall’incendio del 1928 dal monaco Yongxiang (1913-1987) descrive più di quattrocento Taolu che si sono aggiunti al corpo dello Shaolinquan nel corso dei secoli. Esso sarebbe, secondo la tradizione, stato redatto da 18 esperti di arti marziali in una riunione del decimo secolo. Il Monaco Deqian ha rubricato 120 taolu di Shaolinquan, tra essi: Da Hongquan e Xiao Hongquan, che sono le più diffuse nei dintorni del Tempio e costituiscono il fondamento dello Shaolinquan; Tongbeiquan; Meihuaquan; Paochui; Qixingquan; Changquan; Luohanquan ; Liuhequan; Xinyiquan. Quest’ultimo è considerato la quintessenza dello Shaolinquan, comporta 12 movimenti principali (Shier ba) ed è indirizzato ai migliori praticanti del monastero. Vengono praticate un numero altissimo di armi ed i loro relativi Duilian. Una componente molto importante dell’allenamento dei Monaci è costituito dai wushier yi (le 72 abilità).
giovedì 30 aprile 2009
"Il karate proviene dal kung fu"
Sempre in epoca Ming grazie a militari cinesi, le popolazioni dell isola di Okinawa, nell arcipelago delle Ryu Kyu, conobbero le arti marziali cinesi dando luogo ad uno stile conosciuto come Ryu Kyu Kempo ovvero "Kung Fù di Okinawa". Poi divenne Okinawa Te ma come forma di rispetto alla dinastia sotto la quale ci fu lo splendore delle Arti Marziali cinesi, si adottò l'uso dell ideogramma Kara ovvero T'ang, termine usato spesso anche per indicare la Cina. In seguito divenne Karate Do, i cui ideogrammi volevano dire "la via della mano cinese". Per finire in epoca moderna l'antico ideogramma è stato cambiato con uno che significa "vuoto", ma si pronuncia sempre kara, da qui Karate ovvero Mano Vuota.
mercoledì 29 aprile 2009
Lo shaolin: L'essenza di tutte le arti marziali d'oriente
Numerose scuole di arti marziali dell’estremo oriente, Cinesi, Giapponesi o Vietnamite, si richiamano al Monastero Shaolin. Il testo più antico a fare riferimento al tempio Shaolin come origine di tutte le arti marziali è il Quanjing quanfa beiyao del 1784.In Cina l’insieme delle arti marziali “esterne” si confonde con la “Scuola Shaolin” (Shaolinpai) a cui numerosi autori del periodo repubblicano, come per esempio Xu Yusheng (1879-1945) e Wu Zhiqing (1887-???) hanno ricondotto la quasi totalità degli stili di pugilato Cinesi. Certi autori occidentali recenti, mescolando differenti fonti e tradizioni, fanno ugualmente di Shaolin il centro unico di diffusione di queste discipline e del mito della distruzione del Monastero da parte dei Qing, la causa principale della loro diffusione. Nei fatti, questa ipotetica distruzione, riguarda il monastero Shaolin del Fujian e per di più è risaputo che la maggior parte delle scuole di Wushu non hanno alcun legame storico con il Tempio dell’ Henan. Già nella classificazione delle arti marziali cinesi elaborata all’interno della Jingwu Tiyu Hui, nonostante si descriva la divisione nelle categorie Shaolin e Wudang (Stili Esterni ed Interni), lo Shaolinquan del Tempio dell’ Henan vi figura tra trentasette altri stili localizzati nella Cina del Nord. Da un punto di vista tecnico, lo Shaolinquan si distingue assai nettamente dalla maggior parte dei pugilati , sia del Nord che del Sud. In effetti non esiste alcun legame di paternità e poche somiglianze tra esso e , per esempio, il Baguazhang, il Bajiquan, il Chaquan, o il Chuojiao. Conviene quindi stabilire una distinzione netta tra una scuola specifica, lo Shaolinquan dell’ Henan, ed uno Shaolinquan generico, puramente simbolico, a cui si richiamano una pletora di stili. In realtà non esiste un'origine unica ed univoca per le arti marziali cinesi ma per la maggior parte se ne può riconoscere una provenienza rurale legata alla zona di nascita. Vi sono zone che giocano un ruolo più importante di Shaolin nella nascita di Scuole di Pugilato, per esempio l’area di Cangzhou in Hebei. La nomea proverbiale nel pugilato del Tempio Shaolin è spiegabile in parte per le saghe che vedono protagonisti i suoi Monaci Guerrieri, in parte per il ruolo di primo piano giocato da Monaci Buddisti nella diffusione di numerosi stili quali Mizongquan, Tantui di Linqing, Fanziquan, Sanhuang Paochui, Dabeiquan, Baimeiquan, Fojiaquan, ecc. Inoltre numerosi maestri si sono sparsi per l'intero oriente, dando origine a stili affini o completamente diversi. Altri invece si sono originati per influenze indirette o grazie a Maestri stranieri venuti in Cina per studiare il Buddhismo o per commerciare, poi ritornati nei loro paesi natali. Lo Shaolin stesso cambia nome e caratteristiche in vari paesi: diventa Sharim ad Okinawa, Sao Lil in Malesia e Thien Lam in Vietnam.
martedì 28 aprile 2009
Shaolinquan: il declino di shaolin (parte2)
Il tempio venne ricostruito nel 1970 dal governo comunista per adibire l'area a parco naturale. Benché lo stile di Shaolin propriamente detto sia andato perduto, agli inizi del ventesimo secolo questo è stato ricostruito sulla base degli stili praticati nei dintorni ed è oggi uno stile estremamente diffuso e famoso. Vennero riabilitati alcuni monaci che insegnarono a giovani praticanti , condotte ricerche, ricostruiti e forse modificati Taolu. Ne sia un esempio lo Xiao Hongquan che in origine era una sequenza lunghissima e venne trasformata in alcune sequenze più corte. In questi ultimi anni il Governo cinese sta costruendo diverse nuove ale, come quelle ormai vecchie e decadenti sono state completamente distrutte per poi essere fedelmente ricostruite. Ottimo per l’individuo, ottimo per la patria, con il sottotitolo “la rinascita delle arti marziali” è il capitolo di un libro di Tiziano Terzani . In esso viene descritta la restaurazione del Tempio Shaolin ed il notevole interesse che questa riapertura ha suscitato, sulla scia del successo del film Il tempio Shaolin con Li Lianjie. Inoltre contiene un'aspra critica nei confronti dei Monaci dell’epoca che vengono visti troppo interessati ai guadagni più che alla dimensione spirituale; anche lo Shaolinquan che insegnano viene giudicato lontano dall’ arte marziale “originaria”. Molti condividono questi pareri, anche negli ambienti marziali. Questo è un piccolo estratto: Dopo la morte di Mao e la caduta della Banda dei Quattro nel 1976, i nuovi dirigenti cinesi si resero conto che il Kung Fu era una vera miniera d'oro e che era assurdo lasciarla sfruttare ad altri i quali , dopotutto, non avevano neppure il tempio Shaolin. Fu così che Pechino decise di investire danaro per la riparazione e la riapertura del tempio, che alcuni monaci vennero ripescati, riabilitati e rimessi a vivere a Shaolin. E fu così che la povera, grigia Deng Feng, la cittadina ai piedi del Song Shan, la montagna sacra che nel frattempo era stata spogliata di tutte le sue celebri foreste, fu messa sulla carta turistica della Cina
mercoledì 22 aprile 2009
Esibizione di arti marziali a Varese
Venerdì 29 Maggio ore 21:00 presso il palazzetto di Varese, avrà luogo uno spettacolo di arti marziali molto bello, in cui si esibiranno diverse scuole di arti marziali tra cui anche i Giovani Dragoni. Penso ne valga la pena, il prezzo del biglietto dovrebbe essere di 10e!
martedì 21 aprile 2009
Lo shaolinquan: il declino si shaolin
Verso la fine della dinastia Qing il tempio Shaolin era abbandonato. Due le cause secondo Zhang Jiata: la prima è attribuita alla incapacità dell'abate di comandare, che fece sì che il Tempio venisse razziato da ufficiali, soldati e banditi e che malavitosi locali spesso andassero al tempio ad estorcere denaro; la seconda è invece attribuita a molti dei monaci che avrebbero commesso ogni sorta di nefandezze. I monaci di più alto grado frequentavano i signorotti locali e si invitavano reciprocamente a giocare e a bere. La frequentazione di prostitute era divenuta un vero e proprio scandalo. Questo stato di cose venne infine decretato nel 1842 con una proclamazione ufficiale. Il poeta Shi Yizan, nel suo poema "Visitando il tempio Shaolin con un mio amico" ebbe a dire: Chi c'è che conosce le dottrine dei nostri Fondatori? Da lungo tempo la ottima tradizione del Tempio è stata abbandonata. L'arte marziale affascinante è senza il suo incantesimo, si parla sempre meno delle dottrine Buddiste. Nonostante questa situazione, non mancarono atti di eroismo: nel 1920 il bonzo Henglin si oppose ad una banda di briganti nell’area di Dengfeng. Durante il periodo Repubblicano la situazione di abbandono è addirittura peggiorata. Il colpo finale alla storia del Tempio di Shaolin, dell Henan e la sua maggiore distruzione, venne dato nel 1928 durante le Lotte dei Signori della Guerra: il Monastero smise di essere centro religioso ed un signore della guerra Feng Yuxiang sfruttò la struttura come base militare. In seguito all'attacco del generale Shi Yousan, i monaci fuggirono e pazzo di rabbia il generale fece bruciare il tempio e gli archivi inerenti alle arti marziali. Solo i principali edifici vennero risparmiati dal fuoco ma l'incendio si narra che durò ben 40 giorni. In questa epoca molti Sengbing (Monaci Guerrieri) entrarono negli eserciti di alcuni Signori della Guerra, come il caso di Miaoxing, allievo di Henglin, morì combattendo per il signore della guerra Wu Peifu. Un Sengbing Shaolin, molto famoso fu il generale Xu Shiyou che dopo una vita avventurosa divenne un membro di primo piano dell’establishement Comunista. Anche gli invasori giapponesi, che conquistarono l'Henan nel 1944 distrussero importanti resti storici del Tempio ed inoltre fecero un grave atto di oltraggio violentando una donna all'entrata del monastero. Un altro grave danneggiamento del tempio e delle sue arti marziali è avvenuto durante la cosiddetta Rivoluzione Culturale. Tiziano Terzani ha sottolineato il ruolo persecutorio e distruttivo che ha avuto la Rivoluzione Culturale anche nei confronti del Tempio Shaolin e dei praticanti di Shaolinquan, come delle altre arti marziali, considerate reazionarie: I monaci Shaolin vennero meno alla loro reputazione di grandi lottatori al tempo della Rivoluzione Culturale. Quando le Guardie Rosse, nel 1966, arrivarono qui per "eliminare le vestigia del passato", nessuno dei duecento monaci che erano sopravvissuti sotto il regime comunista oppose resistenza. Le statue di Budda furono abbattute e fatte a pezzi, i muri vennero impiastricciati di slogan maoisti, la maggior parte dei monaci fu mandata a lavorare nei campi, un gruppo dei più vecchi venne messo sotto chiave in un cortile separato del tempio, e Shaolin fu chiuso. Tutta la letteratura cavalleresca concernente Shaolin finì alle fiamme, e anche la semplice pratica del Kung fu venne attaccata dagli ideologi comunisti del tempo come "immondizia feudale".
lunedì 20 aprile 2009
Shaolinquan: storia delle varie dinastie 4
La dinastia Qing (1644-1911)
Nel 1662 un nuovo imperatore, Kangxi (Hang Hi), sale al trono e riparte la conquista verso il sud della Cina, costellata dalla distruzione di diversi templi e monasteri sospetti. Ma giunto a Shaolin il nuovo imperatore, invece di radere al suolo l'edificio, offre al tempio un pannello di legno laccato, che ancora oggi orna l'entrata del tempio, e Shaolinsi, come spesso ha fatto in queste situazioni si inchina dinanzi al nuovo imperatore (a dispetto dell’alone rivoluzionario di cui oggi è permeato). Sempre nel 1662 Wu Shu nel suo Shu bi lu, paragona i Monaci Soldati a dei contadini “zappaterra”, non senza aggiungere che la loro tecnica a dispetto della semplicità, è temibile. nel 1828, il mandarino Lin Qing si fermò a Shaolin e chiese di avere una dimostrazione di arti marziali. Dopo aver negato alcuna conoscenza marziale, infine i monaci si fecero convincere a fare un'esibizione che il visitatore commenta così: “si ergono come degli orsi e si dispiegano come uccelli”.
LAl centro di queste leggende non c’è il tempio Shaolin dell’Henan, bensì un tempio del Sud (Nan Shaolinsi) la cui collocazione è tutt’oggi oggetto di ricerche. Si ritiene che questo tempio si trovasse in Fujian, nelle vicinanze di Quanzhou (Chuan Chow). Secondo i romanzi e le novelle Wuxia, nel 1672 circa, un centinaio di monaci partirono da questo tempio per combattere contro bande di Barbari provenienti dall'ovest della Cina. In seguito, il tempio sarebbe stato distrutto nel 1736 dalle truppe dell’ imperatore Qianlong. Secondo un’altra storia, nel 1768 un esercito dei Manciù, con l'aiuto di un monaco rinnegato Feng Tao Te, incendiarono e distrussero il Tempio del è Fujian, considerato ancora un covo di ribelli il cui obbiettivo era quello di distruggere i Qing. Da quella distruzione secondo la leggenda si salvarono 5 monaci: questi si nascosero in alcune zone della Cina, dove continuarono ad insegnare e divulgare lo Shaolin e la sua filosofia. Ben poco ha avuto a che fare lo Shaolinquan con la cosiddetta Rivolta dei Boxer del 1900. In questa epoca nel tempio Shaolin dell'Henan sono conosciuti una sessantina di Monaci Soldati (Sengbing)a storia cinese durante l’epoca della dinastia Qing è caratterizzata dalla nascita nel sud della Cina di potenti organizzazioni segrete, spesso coinvolte in attività contro i nuovi governanti e legate tramite leggende al Tempio Shaolin. Famosa è la Leggenda dei 5 Antenati sopravvissuti alla distruzione del Tempio Shaolin che è sprovvista di realtà storica. Questa leggenda appare nei miti di fondazione di Società Segrete quali la Tiandihui ( più nota da noi come Triade) e la Hongmen.
Nel 1662 un nuovo imperatore, Kangxi (Hang Hi), sale al trono e riparte la conquista verso il sud della Cina, costellata dalla distruzione di diversi templi e monasteri sospetti. Ma giunto a Shaolin il nuovo imperatore, invece di radere al suolo l'edificio, offre al tempio un pannello di legno laccato, che ancora oggi orna l'entrata del tempio, e Shaolinsi, come spesso ha fatto in queste situazioni si inchina dinanzi al nuovo imperatore (a dispetto dell’alone rivoluzionario di cui oggi è permeato). Sempre nel 1662 Wu Shu nel suo Shu bi lu, paragona i Monaci Soldati a dei contadini “zappaterra”, non senza aggiungere che la loro tecnica a dispetto della semplicità, è temibile. nel 1828, il mandarino Lin Qing si fermò a Shaolin e chiese di avere una dimostrazione di arti marziali. Dopo aver negato alcuna conoscenza marziale, infine i monaci si fecero convincere a fare un'esibizione che il visitatore commenta così: “si ergono come degli orsi e si dispiegano come uccelli”.
LAl centro di queste leggende non c’è il tempio Shaolin dell’Henan, bensì un tempio del Sud (Nan Shaolinsi) la cui collocazione è tutt’oggi oggetto di ricerche. Si ritiene che questo tempio si trovasse in Fujian, nelle vicinanze di Quanzhou (Chuan Chow). Secondo i romanzi e le novelle Wuxia, nel 1672 circa, un centinaio di monaci partirono da questo tempio per combattere contro bande di Barbari provenienti dall'ovest della Cina. In seguito, il tempio sarebbe stato distrutto nel 1736 dalle truppe dell’ imperatore Qianlong. Secondo un’altra storia, nel 1768 un esercito dei Manciù, con l'aiuto di un monaco rinnegato Feng Tao Te, incendiarono e distrussero il Tempio del è Fujian, considerato ancora un covo di ribelli il cui obbiettivo era quello di distruggere i Qing. Da quella distruzione secondo la leggenda si salvarono 5 monaci: questi si nascosero in alcune zone della Cina, dove continuarono ad insegnare e divulgare lo Shaolin e la sua filosofia. Ben poco ha avuto a che fare lo Shaolinquan con la cosiddetta Rivolta dei Boxer del 1900. In questa epoca nel tempio Shaolin dell'Henan sono conosciuti una sessantina di Monaci Soldati (Sengbing)a storia cinese durante l’epoca della dinastia Qing è caratterizzata dalla nascita nel sud della Cina di potenti organizzazioni segrete, spesso coinvolte in attività contro i nuovi governanti e legate tramite leggende al Tempio Shaolin. Famosa è la Leggenda dei 5 Antenati sopravvissuti alla distruzione del Tempio Shaolin che è sprovvista di realtà storica. Questa leggenda appare nei miti di fondazione di Società Segrete quali la Tiandihui ( più nota da noi come Triade) e la Hongmen.
domenica 19 aprile 2009
Stage Kung fu Roma
Vi volevo informare che a partire dal prossimo 4 Maggio fino al 22 Maggio saranno aperte le iscrizioni per lo stage "L'arte del Kung Fu: storia e tradizione" che avrà inizio il 6 Giugno e proseguirà tutti i Sabati ( 15:00-19:00) presso il centro "angeli della città" di Roma. l'iscrizione dovrebbe costare circa 80e.
Per info contattatemi pure!!
sabato 18 aprile 2009
I Giovani Dragoni Vincono!!!
Ragazzi, i giovani dragoni hanno vinto la gara a squadre del prestigioso torneo "Dragons" tenutosi oggi presso il palazzetto del liceo Leonardo Da Vinci di Milano. Una grande conquista mai realizzata nella storia dei giovani dragoni... chi lo sa, forse si può puntare un pò più in alto!!
venerdì 17 aprile 2009
Nuovo corso di Kung Fu
Volevo informarvi che a partire dal prossimo 11 Maggio presso il centro sportivo Ci.La. club di Laveno Mombello (Va) sarà operativo il corso di Kung Fu Tang Lang diretto dal maestro Andrea Giganti. Le iscrizioni sono già aperte... quindi coraggio!!!
giovedì 16 aprile 2009
Lo shaolinquan: storia delle varie dinastie 3
La dinastia Ming (1368-1644)
Lo stile si arricchì molto grazie all'apporto di grandi maestri che oltre a fondare nuovi stili, contribuirono a tramandare uno Shaolin arricchito di perfezionamenti tecnici. A causa del personale apporto che ogni maestro dava agli stili, è in questo periodo che si comincia a registrare una tendenza alla diversificazione di uno stesso stile da scuola a scuola. Lo Shaolinquan che ci è arrivato è sicuramente molto diverso da quello originario, poiché sebbene abbia molto influenzato gli stili successivi, è stato a sua volta modificato dalle diverse personalità dei maestri che lo hanno tramandato. Probabilmente è da questo periodo che inizia a formarsi lo Shaolinquan e la sua fama. Infatti , sebbene i testi segnalano una pratica di pugilato a Shaolin già dal sesto secolo, i grandi autori della letteratura militare della dinastia Ming, Yu Dayou, Qi Jiguang e He Liangcheng non ne fanno menzione. Qi Jiguang nel Jixiao Xinshu elenca quindici scuole di pugilato, ma cita Shaolin solo per il maneggio del bastone. Il generale Yu Dayou (1504-1580) racconta nel suo Zhengqi tang ji, pubblicato nel 1566, che durante un suo soggiorno al Tempio constatò che l’abilità marziale dei monaci era sopravvalutata ed insegnò al bonzo Zongjing che a sua volta trasmise i suoi apprendimenti ai propri correligionari. Cheng Zongyou, anche conosciuto come Cheng Chongdou nel suo Shaolin gunfa chanzong del 1621 racconta di avere passato 10 anni a studiare arti marziali nel Tempio Shaolin e riferisce di un interesse crescente da parte dei Monaci per il Pugilato a partire dalla fine della dinastia Ming. Egli afferma: “… il pugilato non ha ancora raggiunto il suo più alto livello. E’ per questo motivo che (i monaci) si esercitano nella speranza di elevarlo ad un livello paragonabile (a quello dell’arte del bastone)”. Il Wuzazu , un'opera scritta durante il regno di Wanli(1573-1620) segnala un Metodo di Pugilato del Monastero Shaolin e un letterato dell’epoca, Wang Shixing, che ebbe l’occasione di osservare quattrocento monaci che vi si esercitavano lo descrive così nel suo Song gao youji: “combattono in una maniera tale che pugni e bastoni sembrano volare”. Si può affermare che furono proprio Qi Jiguang e Yu Dayou a reintrodurre a Shaolin l'arte del pugilato.
Lo stile si arricchì molto grazie all'apporto di grandi maestri che oltre a fondare nuovi stili, contribuirono a tramandare uno Shaolin arricchito di perfezionamenti tecnici. A causa del personale apporto che ogni maestro dava agli stili, è in questo periodo che si comincia a registrare una tendenza alla diversificazione di uno stesso stile da scuola a scuola. Lo Shaolinquan che ci è arrivato è sicuramente molto diverso da quello originario, poiché sebbene abbia molto influenzato gli stili successivi, è stato a sua volta modificato dalle diverse personalità dei maestri che lo hanno tramandato. Probabilmente è da questo periodo che inizia a formarsi lo Shaolinquan e la sua fama. Infatti , sebbene i testi segnalano una pratica di pugilato a Shaolin già dal sesto secolo, i grandi autori della letteratura militare della dinastia Ming, Yu Dayou, Qi Jiguang e He Liangcheng non ne fanno menzione. Qi Jiguang nel Jixiao Xinshu elenca quindici scuole di pugilato, ma cita Shaolin solo per il maneggio del bastone. Il generale Yu Dayou (1504-1580) racconta nel suo Zhengqi tang ji, pubblicato nel 1566, che durante un suo soggiorno al Tempio constatò che l’abilità marziale dei monaci era sopravvalutata ed insegnò al bonzo Zongjing che a sua volta trasmise i suoi apprendimenti ai propri correligionari. Cheng Zongyou, anche conosciuto come Cheng Chongdou nel suo Shaolin gunfa chanzong del 1621 racconta di avere passato 10 anni a studiare arti marziali nel Tempio Shaolin e riferisce di un interesse crescente da parte dei Monaci per il Pugilato a partire dalla fine della dinastia Ming. Egli afferma: “… il pugilato non ha ancora raggiunto il suo più alto livello. E’ per questo motivo che (i monaci) si esercitano nella speranza di elevarlo ad un livello paragonabile (a quello dell’arte del bastone)”. Il Wuzazu , un'opera scritta durante il regno di Wanli(1573-1620) segnala un Metodo di Pugilato del Monastero Shaolin e un letterato dell’epoca, Wang Shixing, che ebbe l’occasione di osservare quattrocento monaci che vi si esercitavano lo descrive così nel suo Song gao youji: “combattono in una maniera tale che pugni e bastoni sembrano volare”. Si può affermare che furono proprio Qi Jiguang e Yu Dayou a reintrodurre a Shaolin l'arte del pugilato.
martedì 14 aprile 2009
Esibizione Kung Fu
Informo tutti che Mercoledì 23 Aprile ore 21.00 è in programma presso il palazzetto dello sport di Verbania-intra un galà in cui si esibiranno vari artisti di varie specialità, tra cui anche atleti di kung fu. Una serata all'insegna dell'esibizione sportiva... il biglietto è di 10 €.
venerdì 10 aprile 2009
Seminario di Wing Chun
Volevo informarvi che a partire da Martedì 21 Aprile presso la Palestra "Tana dei dragoni" di Milano ore 21.30 ci saranno degli incontri introduttivi sulla metodica del wing chun! In totale gli incontri saranno 3, ovvero tutti i Martedì seguenti. Il costo complessivo dovrebbe essere di 15e a seduta... per info contattatemi!!!
mercoledì 8 aprile 2009
Aggiornamenti dai Giovani dragoni
Il gruppo dei giovani dragoni, si prepara per il prossimo torneo "notte dei campioni" che li vedrà partecipi sia nelle competizioni internazionali di lotta sandà che nazionali nelle gare di semi-contact e gare di forme.
martedì 7 aprile 2009
Notte dei campioni
Tutto pronto per la "Notte dei Campioni" torneo multistile che si svolgerà presso il palazzetto del liceo di Gavirate (Va) Sabato 2 Maggio ore 21. Ci saranno gare di Kick Boxing, kung fu, ecc.. insomma gli ingredienti per un bello spettacolo!!
sabato 4 aprile 2009
Seminario sull' hung gar
Annuncio a tutti che per il prossimo 10 Maggio presso la palestra "Tana dei dragoni" di Milano è programmato un seminario molto bello sul kung fu hung gar. Il prezzo dovrebbe essere di 50 €, ma ne vale la pena!!!
venerdì 3 aprile 2009
Lo Shaolinquan: La storia nelle varie dinastie 2
La dinastia Song (960-1127 nel nord,1279 nel sud)
Durante la dinastia Song ci fu una grande fioritura culturale ed artistica di cui goderono anche le arti marziali. Ne aumentarono sia la fama che la diffusione e prolificò la nascita di nuovi stili derivati dallo Shaolin. Lo stesso imperatore Taizu, fondatore della dinastia Song, alcuni generali e monaci diedero origine a numerosi stili.
La dinastia Yuan (1271-1368)
Durante la dinastia Yuan, l’abilità diplomatica dell’allora abate del Tempio Shaolin Fuyu , permise di attirare sul tempio stesso la benevolenza dell’invasore Mongolo che lo favorì unendogli cinque templi a cui venne attribuito lo stesso nome, situati a Helin, Chang'an (attuale area di Xi'an), Taiyuan e Luoyang. Altre fonti citano altri templi Shaolin nelle province di Fujian, Gansu, Shandong, e a Taiwan, ma unica eccezione il tempio del Fujian, nessuno di essi ebbe una vocazione militare paragonabile a quella del Songshan. In questo stesso periodo vi furono moltissimi scambi con il Lamaismo Tibetano e venne introdotta a Shaolin la divinità Jinnaluo Wang, che assunse il ruolo di protettrice del tempio.
Durante la dinastia Song ci fu una grande fioritura culturale ed artistica di cui goderono anche le arti marziali. Ne aumentarono sia la fama che la diffusione e prolificò la nascita di nuovi stili derivati dallo Shaolin. Lo stesso imperatore Taizu, fondatore della dinastia Song, alcuni generali e monaci diedero origine a numerosi stili.
La dinastia Yuan (1271-1368)
Durante la dinastia Yuan, l’abilità diplomatica dell’allora abate del Tempio Shaolin Fuyu , permise di attirare sul tempio stesso la benevolenza dell’invasore Mongolo che lo favorì unendogli cinque templi a cui venne attribuito lo stesso nome, situati a Helin, Chang'an (attuale area di Xi'an), Taiyuan e Luoyang. Altre fonti citano altri templi Shaolin nelle province di Fujian, Gansu, Shandong, e a Taiwan, ma unica eccezione il tempio del Fujian, nessuno di essi ebbe una vocazione militare paragonabile a quella del Songshan. In questo stesso periodo vi furono moltissimi scambi con il Lamaismo Tibetano e venne introdotta a Shaolin la divinità Jinnaluo Wang, che assunse il ruolo di protettrice del tempio.
mercoledì 1 aprile 2009
Shaolinquan: La storia nelle varie dinastie
La dinastia Qi del Nord (550-577)
La prima apparizione di un bonzo del Monastero Shaolin esperto nelle arti marziali la troviamo nel Taiping guanji , un testo dell’epoca della dinastia Bei Qi (Qi del Nord, 550 – 577), che riporta che un certo Diao, maestro della setta Dhyana, aveva abilità straordinarie, quali saltare fino a percuotere con la testa le travi del soffitto, portare a sé con facilità pesi enormi.
La dinastia Tang (618-907)
Lo Shaolinquan si sviluppò rapidamente e già nel VII secolo i monaci godevano della fama di essere invincibili. Il Chao ye qian zai scritto durante la dinastia Tang racconta che i monaci dedicavano il loro tempo libero ad esercitarsi nel Jiaoli. Due iscrizioni datate rispettivamente 621 e 728 registrano che tredici monaci del Monastero, condotti dal Bonzo Tanzong diedero manforte a Li Shimin (che diventerà l’imperatore Taizong) nella guerra contro il generale ribelle Wang Shichong. Questa partecipazione fece guadagnare al monastero 1000 pezzi di seta, l’esenzione dalla secolarizzazione del clero buddista (decretata dallo stesso Li Shimin); il bonzo Tanzong invece venne insignito del titolo di Grande Generale. Inoltre vennero offerti loro persino dei compiti di corte ma i monaci chiesero solo poter tornare alle loro attività spirituali:
Shi wei liao zuo jiang, shi ding fu wei seng (In momenti di pericolo, noi ci trasformiamo in generali, compiuta la nostra missione noi ridiventiamo dei bonzi).
L'imperatore diede il titolo di "Primo Monastero dell'Impero" e lo Shaolinquan divenne famoso in tutta la Cina. Alla dinastia Tang si fa inoltre risalire la nascita di stili come il Mianquan (pugilato di cotone) e il Rouquan (pugilato morbido) che daranno origini ai primi stili interni.
martedì 31 marzo 2009
Torneo del Verbano
Ragazzi, si preannuncia un grande torneo quest'anno!! Il torneo del verbano includerà sia gare di forme che gare di combattimento sportivo. L'evento sarà Sabato 18 Aprile presso il palazzetto di Verbania Intra.
lunedì 30 marzo 2009
Shaolinquan: La storia 2
La nascita ufficiale dello Shaolinquan, che da parte di alcuni si pensa derivato in parte dalle tecniche di lotta cinesi preesistenti (come lo Chiao Ti,il Shou Po e il Chien Tao), si fa tradizionalmente risalire all'arrivo presso il tempio Shaolin, nel 527, del leggendario monaco buddista Bodhidharma o Puti Damo in Cinese spesso abbreviato in Damo, fondatore del Buddismo Zen (Chan in cinese).
Rappresentazione di Bodhidharma.
La sua figura e presenza a Shaolinsi non è storicamente certa. Si possiede una sola testimonianza, presente nel Luoyang qielan ji ( Annali dei Monasteri di Luoyang) del 547 scritto da Yang Yanzhi abitante di Luoyang (città limitrofa al tempio), dove si parla di Bodhidarma come un persiano dagli occhi blu sui 150anni. Secondo leggenda Bodhidharma trovò i monaci in condizioni fisiche non adeguate allo studio del Buddismo Chan tramite la meditazione, pertanto insegnò loro della pratica corporea dell’ Yijinjing ( Classico del cambiamento dei muscoli e dei tendini) e l’ esercizio marziale denominato Shiba luohan shou (, le 18 mani degli Arhat). Si ritiene appunto che queste tecniche abbiano dato inizio allo stile codificato tipico di Shaolin. Studi recenti tendono invece a collocare la creazione e la trasmissione di questi esercizi in epoche successive. Molti ritengono che Bodhidarma non introdusse le arti marziali a Shaolinsi e le uniche cose la cui creazione viene attribuita a Damo sono il Buddismo Chan e il concetto di Wude(Virtù Marziale): prima di questo concetto, non si pensava altro che a battersi. Il contributo principale dell'incontro tra la filosofia meditativa Chan e le primitive tecniche di lotta conosciute dai monaci, sarebbe stata la forte carica spirituale e la cura del sistema mente-corpo di cui si impregnarono le nascenti arti marziali cinesi, le quali si svilupparono da una parte come tecniche di difesa personale e dall'altra come meditazione in movimento. Quale che sia la verità, manca il giusto supporto documentale, che permetta di andare oltre la mera ipotesi storica o la leggenda.
Rappresentazione di Bodhidharma.
La sua figura e presenza a Shaolinsi non è storicamente certa. Si possiede una sola testimonianza, presente nel Luoyang qielan ji ( Annali dei Monasteri di Luoyang) del 547 scritto da Yang Yanzhi abitante di Luoyang (città limitrofa al tempio), dove si parla di Bodhidarma come un persiano dagli occhi blu sui 150anni. Secondo leggenda Bodhidharma trovò i monaci in condizioni fisiche non adeguate allo studio del Buddismo Chan tramite la meditazione, pertanto insegnò loro della pratica corporea dell’ Yijinjing ( Classico del cambiamento dei muscoli e dei tendini) e l’ esercizio marziale denominato Shiba luohan shou (, le 18 mani degli Arhat). Si ritiene appunto che queste tecniche abbiano dato inizio allo stile codificato tipico di Shaolin. Studi recenti tendono invece a collocare la creazione e la trasmissione di questi esercizi in epoche successive. Molti ritengono che Bodhidarma non introdusse le arti marziali a Shaolinsi e le uniche cose la cui creazione viene attribuita a Damo sono il Buddismo Chan e il concetto di Wude(Virtù Marziale): prima di questo concetto, non si pensava altro che a battersi. Il contributo principale dell'incontro tra la filosofia meditativa Chan e le primitive tecniche di lotta conosciute dai monaci, sarebbe stata la forte carica spirituale e la cura del sistema mente-corpo di cui si impregnarono le nascenti arti marziali cinesi, le quali si svilupparono da una parte come tecniche di difesa personale e dall'altra come meditazione in movimento. Quale che sia la verità, manca il giusto supporto documentale, che permetta di andare oltre la mera ipotesi storica o la leggenda.
Continua...
domenica 29 marzo 2009
Shaolinquan: La storia
La presenza delle arti marziali a Shaolin non è stata improvvisa: da sempre i monaci, visto il loro stile di vita e pellegrinaggi continui, erano propensi alle arti di combattimento. Per alcuni, già nel 510 a Shaolinsi esisteva un "Pugno di Shaolin". Per esempio secondo Kieffer e Zanini due discepoli di Batuo creano il “pugilato Shaolin”: Hui Guang crea il “Pugilato Morbido”; Sengchou crea il “Pugilato duro”. Per la medesima fonte in questo periodo sarebbe stato creato il metodo di Bastone detto “doppia pelle di tigre”. Ci sono persone che sostengono che lo Shaolin Quan abbia avuto origine all'epoca di Buddhabhadra (nome indiano di Batuo). Essi raccontano che Seng Chou, un brillante discepolo di Buddhabhadra, una volta utilizzò il proprio bastone per separare due feroci tigri che si stavano azzuffando. A supporto della tesi dell'esistenza di un Pugilato Shaolin già all'epoca di Batuo,una tradizione leggendaria gli attribuisce la creazione e la trasmissione di uno stile. In particolare lo Shaolin Jingangcha ( Meditazione dell’ Attendente di Buddha di Shaolin) conferisce a Batuo il ruolo di primo maestro.
Continua...
venerdì 27 marzo 2009
Choy Lee Fut: la tattica
Come in ogni stile riconosciuto, il Choy Lee Fut è supportato da una vera e propria strategia di combattimento tattico. Questa, basata su principi filosofici che danno origine alla cultura cinese, viene insegnata per permettere di consolidare e comprendere la propria intenzione, forma lo spirito marziale e fortifica la mente. Durante il lavoro e l'apprendimento tattico, il maestro guida l'allievo alla ricerca delle sue potenzialità naturali. Ciò che diventa fondamentale in questa fase è comprendere i vari principi in funzione delle tre diverse strategie: lunga, media e corta distanza.La lunga distanzaNella lunga distanza il principio delle "otto direzioni" gioca un ruolo fondamentale. La tattica di movimento e l'interpretazione delle linee di difesa, d'attacco e contrattacco definiscono nella totalità le condizioni che determinano l'applicazione tecnica. Quest'ultima si esprime per mezzo di tutte le combinazioni a lungo raggio, per il quale il Choy Lee Fut è riconosciuto.La media distanzaLa media distanza secondo il principio tattico dello stile è un conseguente avvicinamento del combattimento nel quale l'avvicendamento tecnico si esprime a contatto avvenuto. La tattica a questo punto si avvalora dei principi dei "5 elementi", i quali con il supporto delle tecniche classificate medie nel repertorio dello stile permettono al praticante di comprendere le proprie capacità intuitive e riflessive. Il lavoro di Kiu Sao in questa fase è il vero e proprio banco di prova. La corta distanzaConosciuto dagli esperti come il "potere di seta" il lavoro sulla corta distanza diventa la massima espressione a completamento delle capacità dell'allievo. La dualità di forze espressa dal principio dello "Yin Yang" si fonde e trova il suo massimo riscontro nel lavoro "Cam La" le leve e i divincolamenti. Il combattimento in questo caso è rappresentato dal corpo a corpo e le molteplici applicazioni del gioco di forze delle leve e della lotta fisica a pieno contatto. Un combattente di Choy Lee Fut tende a non dare mai ad un avversario la possibilità di avvantaggiarsi di questa opportunità, ma bensì di arrivare alla corta distanza dopo aver prevalso nelle distanze successive e quindi a conclusione della sua azione devastante. La natura dello stile Choy Lee Fut e la sua giovane evoluzione ha permesso al sistema di sperimentare le più moderne ed efficaci tattiche per il combattimento tradizionale. Grazie alla mia approfondita esperienza, maturata con i migliori rappresentanti dello stile oggi questi profondi concetti di lavoro sono un banco di prova fondamentale per tutti gli allievi della scuola. Il Choy Lee Fut è uno stile che non lascia spazio ai fronzoli, diretto e determinato diventa uno scientifico sistema educativo al combattimento in grado di cimentarsi sotto tutti gli aspetti. Completo anche sotto l'aspetto artistico per mezzo dell'ausilio delle molte sequenze di forma (150 c.a.) è conosciuto dai più solo per questo aspetto, in realtà sono pochi coloro che per mancanza di una seria guida conoscono la reale potenza del sistema che al contrario ha avuto una parte rilevante fin dai primi anni della sua nascita, se si pensa al suo pieno coinvolgimento nella rivoluzione dei "Boxers".
giovedì 26 marzo 2009
Choy Lee Fut: l'addestramento
Il programma precedentemente descritto, prevede l'addestramento "tà chei pun lìn già"(sparring condizionato), che è il primo approccio con l'allenamento pratico dello stile, e durante il quale si pone particolare attenzione all'applicazione di dieci principi fondamentali. Durante i quali ogni gesto, ogni movimento viene esaminato ed applicato con un adeguato supporto teorico.In essi sono racchiusi: la tattica, l'uso delle distanze, l'adattamento ai diversi metodi di lotta. In una seconda fase e dopo avere appreso con adeguata padronanza l'impostazione del movimento nella sua evoluzione, si passa al "Kiu Sau". Questo metodo di allenamento, che venne introdotto ad opera di "Tam Sam", 3° generazione e fautore della branca "Pah Shing", consiste in un particolare lavoro a due. In questa fase l'allievo sperimenta e sviluppa la sensibilità, l'intuizione, l'equilibrio, la velocità ed il proprio autocontrollo. Combinato all'allenamento "Kiu Sao", che progredisce con l'esperienza dell'allievo, viene introdotto il condizionamento con il manichino "Chin Jong", di basilare importanza per il condizionamento delle tecniche e per l'elasticità, che sviluppa maggiore sensibilità ; prerogativa fondamentale per l'allievo di Choy Lee Fut che deve trovare il massimo riscontro nell'applicazione pratica del combattimento.Il Chin Jong è un attrezzo particolare che permette, così come avviene per l'uomo di legno "Mok Jong" nello stile Wing Tsung, di allenare potenzialmente al 100% le combinazioni tecniche dello stile. Di fattezze diverse dal "Mok Jong", L'uomo di legno del Choy Lee Fut si allena con diversi metodi di lavoro: staticamente; per condizionare; in movimento con l'ausilio di una sequenza codificata di 98 movimenti; per abituare a padroneggiare gli spostamenti tattici; e libero, per dare enfasi alla sensibilità. Lo studio di Chin Jong è fondamentale alla stregua di "Kiu Sao" e non c'è esperto di Choy Lee Fut che si possa considerare tale senza avere maturato la propria formazione di combattente in questi due metodi fondamentali. La terza fase di studio dell'allenamento, più avanzata, prevede quello che per l'osservatore neofita può essere considerato combattimento libero, ma che in realtà è un lavoro di condizionamento a due che, frutto di una buona esperienza, risulta essere la massima espressione della realtà tecnica dello stile.
Questa fase dell'addestramento viene supportata da un altro attrezzo tradizionale chiamato "Sa Pah Jong". Evoluto nel tempo a seconda dell'esperienza del maestro è un altro degli strumenti compresi nell'addestramento al combattimento. Meno importante di "Chin Jong", è uno speciale sistema combinato di sacchetti di sabbia, che a seconda della loro disposizione variabile simulano azioni molteplici con il fine di abituare il praticante a sviluppare un adeguato lavoro di gambe, oltre che percezione e velocità. Infine si passa al "Ton Yan Jong", manichino dell'uomo di ottone. L'ultimo del programma di formazione, è anche il più complesso ed il meno conosciuto. Tale attrezzo consiste in un simulatore mobile ed è tradizionalmente usato per sviluppare la capacità di colpire con determinate tecniche punti nevralgici particolari. La pratica sul "Ton Yan Jon" deve essere guidata da un esperto dell'attrezzo in quanto il metodo di insegnamento deve essere sostenuto da basi teoriche sulla medicina tradizionale cinese. Sconosciuto appunto alla maggior parte dei praticanti di Choy Lee Fut, il lavoro di condizionamento ai manichini richiede costanza e determinazione, oltre che padronanza dei principi tecnici. Pochi infatti sono coloro che arrivano a conoscenza di questo importante supporto. Riservato ad una cerchia ristretta di allievi, che dopo avere appreso il lavoro al ""Ton Yan Jon", possono considerarsi a tutti gli effetti dei discepoli depositari del sistema.
Questa fase dell'addestramento viene supportata da un altro attrezzo tradizionale chiamato "Sa Pah Jong". Evoluto nel tempo a seconda dell'esperienza del maestro è un altro degli strumenti compresi nell'addestramento al combattimento. Meno importante di "Chin Jong", è uno speciale sistema combinato di sacchetti di sabbia, che a seconda della loro disposizione variabile simulano azioni molteplici con il fine di abituare il praticante a sviluppare un adeguato lavoro di gambe, oltre che percezione e velocità. Infine si passa al "Ton Yan Jong", manichino dell'uomo di ottone. L'ultimo del programma di formazione, è anche il più complesso ed il meno conosciuto. Tale attrezzo consiste in un simulatore mobile ed è tradizionalmente usato per sviluppare la capacità di colpire con determinate tecniche punti nevralgici particolari. La pratica sul "Ton Yan Jon" deve essere guidata da un esperto dell'attrezzo in quanto il metodo di insegnamento deve essere sostenuto da basi teoriche sulla medicina tradizionale cinese. Sconosciuto appunto alla maggior parte dei praticanti di Choy Lee Fut, il lavoro di condizionamento ai manichini richiede costanza e determinazione, oltre che padronanza dei principi tecnici. Pochi infatti sono coloro che arrivano a conoscenza di questo importante supporto. Riservato ad una cerchia ristretta di allievi, che dopo avere appreso il lavoro al ""Ton Yan Jon", possono considerarsi a tutti gli effetti dei discepoli depositari del sistema.
mercoledì 25 marzo 2009
Choy Lee Fut: la tecnica
Le caratteristiche tattiche, peculiari al Choy Lee Fut si evolvono secondo l'esperienza dello studente, anche se in generale si contraddistinguono per il contrattacco veloce e l'uso della forza dell'attaccante. È quindi ovvio che in questa disciplina venga riservata un'attenzione particolare all'addestramento al combattimento. Come avviene per molti degli stili da combattimento tradizionale della scuola cinese queste caratteristiche trovano riscontro comune in ognuno di questi con svariate similitudini, ma è senza dubbio particolare come tali caratteristiche nello stile Choy Lee Fut siano una forte evoluzione dei principi filosofico-pratici.L'allenamento comprende numerosi metodi : dal condizionamento in "sparring", introdotto fin dalle prime fasi di pratica, all'uso dei manichini e delle armi convenzionali e tradizionali. Tutte finalizzate ad infondere nell'allievo sicurezza, velocità, padronanza della tecnica, quindi precisione e determinazione. Lasciando spazio alla capacità di maturare liberamente la propria esperienza, senza canoni di apprendimento restrittivi, il praticante di Choy Lee Fut può esprimersi in seguito con tutta la sua potenzialità naturale, grazie ad una profonda assimilazione dei principi del sistema. Questi ultimi vengono trasmessi all'allievo per mezzo di un addestramento particolare e di un continuo confronto. Il programma di allenamento secondo la scuola più tradizionale "Hung Shing" prevede il condizionamento ai manichini (tre per le tecniche a mano nuda ed altrettanti per l'allenamento con le armi). Mentre nella corrente più moderna "Pak Shing" il "Kiu Sao" è l'allenamento prioritario.
martedì 24 marzo 2009
Choy lee fut: La storia
Sebbene conosciuto come un sistema del sud, lo stile di kung fu Choy Li Fut ha le sue origini sia nel sud che nel nord della Cina. Il fondatore dello stile Chan Hueng, ebbe tre insegnanti, due del sud e uno del nord.
Choy Li Fut è uno dei tanti stili di kung fu fortemente influenzato sia dal kung fu del sud che da quello del nord, combinando le tecniche ampie di braccia tipiche del sud con il rapido movimento di piedi (o gambe) che caratterizzava le arti marziali della Cina del nord. La sua carriera di arti marziali ebbe inizio all'età di 7 anni, quando andò o vivere con suo zio, Yuen Woo.Yuen Woo fu un famoso boxer del leggendario tempio di Shaolin. Da lui Chan Hueng imparò l'arte del kung fu Shaolin e divenne così abile che all'età di 15 anni egli poté sconfiggere qualsiasi sfidante dei villaggi vicini.Quando raggiunse l'età di 17 anni, Chan Hueng era pronto per assimilare un maggior numero di abilità marziali- Così Yuen Woo lo portò da Li Yau-San, il compagno più anziano di Yuen del tempio Shaolin. Chan Hueng trascorse i seguenti 4 anni perfezionando il suo kung fu sotto l'occhio attento di Li Yau-San.Li Yau-San capì che solo dopo 4 anni di allenamento Chuan Hueng era nuovamente pronto per passare a livelli più alti. In 10 anni, raggiunse lo stesso livello nel kung fu di Yuen Woo e di Li Yau-San i quali, invece, ne impiegarono 20. Li Yau-San consigliò allora che il miglior insegnante per Chan Hueng fosse un monaco che viveva come eremita sul monte Lau Fu. L'unico problema era che quel monaco, Choy Fok, non desiderava più insegnare arti marziali. Voleva essere lasciato solo per dedicarsi esclusivamente alla dottrina buddista.Chan Hueng capì che per poter raggiungere il più alto potenziale nel kung fu doveva assolutamente trovare il monaco e divenire il suo discepolo e così partì per il monte Lau Fu. La testa di Choy Fok si bruciò gravemente quando prese i voti come monaco buddista, poi guarì, ma purtroppo gli lasciò delle brutte cicatrici. Per questo gli venne dato il soprannome di "Wounded Head" (testa ferita). Armato della sapienza, Cha Hueng chiese a chiunque potesse aiutarlo a trovare Choy Fok sul monte Lau Fu. Finalmente egli localizzò il monaco e gli consegnò una lettera di raccomandazione da parte di Li Yau-San. Dopo aver aspettato pazientemente di essere accettato alla disciplina di Choy Fok, rimase alquanto stupito quando il monaco lo respinse. Dopo molte suppliche da parte di Chan Hueng, Choy Fok acconsentì a prendere il giovane come studente ma solo nelle arti marziali durante la notte. Una volta, di mattina presto, Chan Hueng stava esercitandosi nel kung fu e facendo passare entrambe le gambe attraverso delle pesanti canne di bambù, dava calci a delle pietre, frantumandole a pezzi prima che esse potessero toccare il suolo.Improvvisamente apparve il monaco e gli chiese se quello fosse il meglio che potesse fare. Chan Hueng restò meravigliato quando Choy Fok indicò una grossa pietra di circa 80 libre e gli disse di gettarla con un calcio a 12 piedi di distanza. Chan Hueng concentrò tutte le sue forze e mandò la pietra lontano proprio 12 piedi. Invece di complimentarsi, Choy Fok, mise il piede sotto la pesante pietra e molto agevolmente la buttò in aria. Di fronte a questa dimostrazione di eccezionale capacità, Chan Hueng rimase molto colpito. E lo supplicò nuovamente di accettarlo come discepolo di arti marziali. Choy Fok acconsentì e per otto anni gli insegnò sia la dottrina buddista che le arti marziali. All'età di 29 anni, Chan Hueng sviluppò allora un nuovo stile di kung fu. Nel 1836 egli fondò formalmente lo stile Choy Li Fut, chiamato così in onore dei suoi 2 insegnanti Choy Fok e Li Yau-Sanm usando la parola Fut, che in cinese significa Buddha, per rendere omaggio allo zio, Yuen Woo e alle radici Shaolin del nuovo stile.
Chan Hueng fondò una scuola di arti marziali nel tempio locale del suo villaggio per insegnare il nuovo stile. In poco tempo la sua fama si divulgò nei villaggi vicini e centinaia di persone vennero ad imparare il Choy Li Fut. Poco dopo che aveva aperto la sua nuova scuola scoppiò la guerra dell'oppio in Cina. Come tanti altri cinesi, Chan Hueng si arruolò con l'esercito di Canton per combattere contro le invasioni britanniche. Dopo la sconfitta della Cina nel 1842, tornò a casa dalla sua famiglia. La corruzione politica nella dinastia Ching, controllata dalla Manciuria, contribuì alla disfatta della Cina. Tra il 1847 ed il 1850 molti leaders cinesi formarono società segrete per combattere le truppe del Ching. Sotto la guida di Hung Hsiu-Chuen scoppiò la ribellione triadica contro le truppe imperiali nel Kwangsi. I ribelli di Hung sconfissero le truppe del governo nel 1850 e per i seguenti 2 decenni il regno di Tai Ping Tien Kuo governò in Cina. Durante la ribellione i seguaci di Chan Hueng insistettero per coinvolgerlo nella rivolta. Comunque egli essendo un devoto buddista evitò la via della violenza. Tuttavia, egli continuò ad allenare i suoi seguaci nel caso ci fosse stata la possibilità di combattere contro i Ching, governanti corrotti. Quando l'esercito imperiale chiese di reclutare uomini dalla sua area per combattere contro le forze ribelli, Chan Heung lasciò la casa d aKing-Mui, il villaggio dove viveva con la mogli e due bambini. Alla fine spinto a partecipare attivamente, a causa di una guerra ed alla distruzione senza senso, egli fondò molte scuole di Choy Li Fut nel sud della Cina per divulgare le idee rivoluzionarie contro i Manciuriani.Diede ai suoi seguaci un segnale speciale per le riunioni di tipo bellico: chiunque appartenesse al Choy Li Fut doveva gridare "YAK" (YICH) nel caso si sferrasse un pugno, "WAK" usando l'artigliata e "DIK" (TIK) per i calci. Quando il regno di Tai Ping Tien Kuo finì nel 1864, Chan Heung lasciò la Cina. All'età di 59 anni divenne insegnante di arti marziali per le associazioni d'oltreoceano della famiglia Chan. Rimase all'estero per 4 anni e poi tornò a casa al villaggio di King-Mui, dove poté constatare che il suo stile aveva guadagnato una grande popolarità in tutto il sud della Cina. Il 20 agosto del 1875, all'età di 69 anni, Chan Heung morì. Fu seppellito nel villaggio in cui era nato (King-Mui). Il suo ricordo rimase sempre vivo, soprattutto riguardo lo stile da lui fondato. Dopo la morte di Chan Heung, la sua lega di Choy Li Fut, passò ai suoi 2 figli: Chan On-Pak e Chan Koon-Pak: Chan On Pak, nacque nel 1839, era il più grande dei due fratelli ed aveva una grande predisposizione allo studio. La sua specialità, inoltre, era l'alabarda- egli ne aveva un grande controllo, proprio per questo gli diedero il soprannome di "yet Cheung ng mui fa" e cioè "cinque fiori con una lancia". Nel 1894 due studenti di Chan On Pak, Cheng Si leung e Chan Siu Bak, aiutarono le truppe rivoluzionarie di Sun Yat Sen a combattere contro la dinastia Ching e gettarono le basi della Repubblica Cinese. Il figlio più piccolo, Chan Koon Pak, lasciò King Mui e diventò mercante a Kong Moon City, dove la sua fama di artista marziale si diffuse rapidamente. Infatti egli dovette smettere di fare il mercante e si dedicò totalmente ad insegnare lo stile del Choy Li Fut. Più tardi fondò un grande centro per lo studio di tale stile, nella città di Canton.
Chan Heung ebbe 18 discepoli del Choy Li Fut. Nel 1848 i 18 discepoli cominciarono ad inseganre lo stile in tutto il sud della Cina. Il primo discepolo che insegnò il Choy Li Fut fuori dal villaggio di King Mui fu Lung Ji Choi, che aprì una scuola di kung fu nel villaggio di Chum Jao in provincia di Kzangsi. Subito dopo Chan Din Yao e Chan Din Fune iniziarono la prima scuola di Choy Li Fut nel Fut San. Gli altri discepoli che promossero il nuovo stile furono: Chan Dai Yup a Kwang Chow; Chan Din Sing a Chung San; Chan Mau Jong a Poon Yu; Chan Din Bong a Tung Kong; Chan Din Wai a Hoi Ping; Chan Din Jen a Toi San; Chan Sun Dong a Yen Ping; Chan Din Duk a Hok San; Chan Dai Wai a Siu Hing; Chan Sing Hin a Sun Wui City; Chan Yin Yu a Gong Moon. Inoltre, ammirabili compiti furono svolti da Chan Dai Sing, Chan Din Sing, Chan Mau Wing e Chan Din Gung, i quali insegnarono il Choy Li Fut in 26 villaggi nella zona di King Mui.Nel 1867 un altro studente di Chan Heung, Jeong Yim, andò a Fut San per riaprire la scuola originariamente fondata da Chan Din Yao e da Chan Din Fune. Jeong Yim fu detto "il padre della scuola hung Sing di Choy Li Fut". Generalmente si pensa che ci sono 2 scuole di Choy Li Fut: hung sing e bak sing e che ci sono 2 rappresentanti della scuola di hung sing. Durante la rivoluzione a metà 1800, il partito Hung Moon rappresentava tutte le fazioni rivoluzionarie compresi i rappresentanti del Choy Li Fut. Durante questo periodo le scuole di Choy Li Fut avevano uno slogan segreto "Hung ying ji sing; ying hung wing sing". Tradotto significa "gli eroi del partito Hung sono superiori; gli eroi vincono sempre". I seguaci di Chan Heung adottarono 2 parole del motto come parole d'ordine segrete - Hung sing - che significavano "il partito di Hung vince". Però purtroppo, questo somigliava molto al nome della fazione interdetta, cioè il partito di Hung Moom, così essi lo cambiarono in un altro slogan, il quale come suono era simile a Hung sing ma significava "l'oca vincente".Nel frattempo, la scuola di Choy Li Fut di Jeong Yim si attribuì il nome di "hung sing kwoon" (usando hung che significa oca). Alcuni dei suoi studenti cominciarono a chiamarlo Jeong Hung Sing. Quando la sua scuola aveva raggiunto la terza generazione di studenti, il significato reale di Hung Sing era andato perduto e la sua terza generazione di studenti credevano che lui fosse il fondatore di un tipo di Choy Li Fut conosciuto come Hung sing Choy Li Fut. Per chiarire la questione il figlio di Chan Heung, Koon Pak, cambiò il nome hung sing, dando lla parola hung un diverso significato: "forte". Da quel momento in poi le scuole di Choy Li Fut nell'area di King Mui di Koon Pak si chiamarono con lo slogan hung sing, che significava "vincitore forte", mentre le scuole di Fut San mantennero il loro motto hung sing "oca vincente".Da qui deriva la credenza che vi siano 2 scuole hung sing di Choy Li Fut. Il ramo di tale stile, bak sing, può essere fatto risalire a Jeong Yim. Jeong Yim ebbe tre studenti principali. Uno di loro fu Louie Chun, il quale ebbe uno studente di nome Tam Sam. Tam Sam aveva una scuola di Choy Li Fut a Kwangohow, in un distretto chiamato Siu Bak (che viene tradotto "piccolo nord"). La sua scuola si chiamava Siu Bak Hung Sing Choy Li Fut. Tale nome, però, er atroppo lungo per essere pronunciato facilmente e quindi fu cambiato in Bak Sing Choy Li Fut. Per rispettare il loro insegnante, gli studenti di Tam Sam, si consideravano come un ramo del Bak Sing del Choy Li Fut. Nel 1979, ad Hong Kong, tutte le scuole di Choy Li Fut aderirono a rappruppare gli stili in un unico detto appunto Choy Li Fut. I nomi hung sing e bak sing sono usati solo per identificare le origini dei singoli rami.
Choy Li Fut è uno dei tanti stili di kung fu fortemente influenzato sia dal kung fu del sud che da quello del nord, combinando le tecniche ampie di braccia tipiche del sud con il rapido movimento di piedi (o gambe) che caratterizzava le arti marziali della Cina del nord. La sua carriera di arti marziali ebbe inizio all'età di 7 anni, quando andò o vivere con suo zio, Yuen Woo.Yuen Woo fu un famoso boxer del leggendario tempio di Shaolin. Da lui Chan Hueng imparò l'arte del kung fu Shaolin e divenne così abile che all'età di 15 anni egli poté sconfiggere qualsiasi sfidante dei villaggi vicini.Quando raggiunse l'età di 17 anni, Chan Hueng era pronto per assimilare un maggior numero di abilità marziali- Così Yuen Woo lo portò da Li Yau-San, il compagno più anziano di Yuen del tempio Shaolin. Chan Hueng trascorse i seguenti 4 anni perfezionando il suo kung fu sotto l'occhio attento di Li Yau-San.Li Yau-San capì che solo dopo 4 anni di allenamento Chuan Hueng era nuovamente pronto per passare a livelli più alti. In 10 anni, raggiunse lo stesso livello nel kung fu di Yuen Woo e di Li Yau-San i quali, invece, ne impiegarono 20. Li Yau-San consigliò allora che il miglior insegnante per Chan Hueng fosse un monaco che viveva come eremita sul monte Lau Fu. L'unico problema era che quel monaco, Choy Fok, non desiderava più insegnare arti marziali. Voleva essere lasciato solo per dedicarsi esclusivamente alla dottrina buddista.Chan Hueng capì che per poter raggiungere il più alto potenziale nel kung fu doveva assolutamente trovare il monaco e divenire il suo discepolo e così partì per il monte Lau Fu. La testa di Choy Fok si bruciò gravemente quando prese i voti come monaco buddista, poi guarì, ma purtroppo gli lasciò delle brutte cicatrici. Per questo gli venne dato il soprannome di "Wounded Head" (testa ferita). Armato della sapienza, Cha Hueng chiese a chiunque potesse aiutarlo a trovare Choy Fok sul monte Lau Fu. Finalmente egli localizzò il monaco e gli consegnò una lettera di raccomandazione da parte di Li Yau-San. Dopo aver aspettato pazientemente di essere accettato alla disciplina di Choy Fok, rimase alquanto stupito quando il monaco lo respinse. Dopo molte suppliche da parte di Chan Hueng, Choy Fok acconsentì a prendere il giovane come studente ma solo nelle arti marziali durante la notte. Una volta, di mattina presto, Chan Hueng stava esercitandosi nel kung fu e facendo passare entrambe le gambe attraverso delle pesanti canne di bambù, dava calci a delle pietre, frantumandole a pezzi prima che esse potessero toccare il suolo.Improvvisamente apparve il monaco e gli chiese se quello fosse il meglio che potesse fare. Chan Hueng restò meravigliato quando Choy Fok indicò una grossa pietra di circa 80 libre e gli disse di gettarla con un calcio a 12 piedi di distanza. Chan Hueng concentrò tutte le sue forze e mandò la pietra lontano proprio 12 piedi. Invece di complimentarsi, Choy Fok, mise il piede sotto la pesante pietra e molto agevolmente la buttò in aria. Di fronte a questa dimostrazione di eccezionale capacità, Chan Hueng rimase molto colpito. E lo supplicò nuovamente di accettarlo come discepolo di arti marziali. Choy Fok acconsentì e per otto anni gli insegnò sia la dottrina buddista che le arti marziali. All'età di 29 anni, Chan Hueng sviluppò allora un nuovo stile di kung fu. Nel 1836 egli fondò formalmente lo stile Choy Li Fut, chiamato così in onore dei suoi 2 insegnanti Choy Fok e Li Yau-Sanm usando la parola Fut, che in cinese significa Buddha, per rendere omaggio allo zio, Yuen Woo e alle radici Shaolin del nuovo stile.
Chan Hueng fondò una scuola di arti marziali nel tempio locale del suo villaggio per insegnare il nuovo stile. In poco tempo la sua fama si divulgò nei villaggi vicini e centinaia di persone vennero ad imparare il Choy Li Fut. Poco dopo che aveva aperto la sua nuova scuola scoppiò la guerra dell'oppio in Cina. Come tanti altri cinesi, Chan Hueng si arruolò con l'esercito di Canton per combattere contro le invasioni britanniche. Dopo la sconfitta della Cina nel 1842, tornò a casa dalla sua famiglia. La corruzione politica nella dinastia Ching, controllata dalla Manciuria, contribuì alla disfatta della Cina. Tra il 1847 ed il 1850 molti leaders cinesi formarono società segrete per combattere le truppe del Ching. Sotto la guida di Hung Hsiu-Chuen scoppiò la ribellione triadica contro le truppe imperiali nel Kwangsi. I ribelli di Hung sconfissero le truppe del governo nel 1850 e per i seguenti 2 decenni il regno di Tai Ping Tien Kuo governò in Cina. Durante la ribellione i seguaci di Chan Hueng insistettero per coinvolgerlo nella rivolta. Comunque egli essendo un devoto buddista evitò la via della violenza. Tuttavia, egli continuò ad allenare i suoi seguaci nel caso ci fosse stata la possibilità di combattere contro i Ching, governanti corrotti. Quando l'esercito imperiale chiese di reclutare uomini dalla sua area per combattere contro le forze ribelli, Chan Heung lasciò la casa d aKing-Mui, il villaggio dove viveva con la mogli e due bambini. Alla fine spinto a partecipare attivamente, a causa di una guerra ed alla distruzione senza senso, egli fondò molte scuole di Choy Li Fut nel sud della Cina per divulgare le idee rivoluzionarie contro i Manciuriani.Diede ai suoi seguaci un segnale speciale per le riunioni di tipo bellico: chiunque appartenesse al Choy Li Fut doveva gridare "YAK" (YICH) nel caso si sferrasse un pugno, "WAK" usando l'artigliata e "DIK" (TIK) per i calci. Quando il regno di Tai Ping Tien Kuo finì nel 1864, Chan Heung lasciò la Cina. All'età di 59 anni divenne insegnante di arti marziali per le associazioni d'oltreoceano della famiglia Chan. Rimase all'estero per 4 anni e poi tornò a casa al villaggio di King-Mui, dove poté constatare che il suo stile aveva guadagnato una grande popolarità in tutto il sud della Cina. Il 20 agosto del 1875, all'età di 69 anni, Chan Heung morì. Fu seppellito nel villaggio in cui era nato (King-Mui). Il suo ricordo rimase sempre vivo, soprattutto riguardo lo stile da lui fondato. Dopo la morte di Chan Heung, la sua lega di Choy Li Fut, passò ai suoi 2 figli: Chan On-Pak e Chan Koon-Pak: Chan On Pak, nacque nel 1839, era il più grande dei due fratelli ed aveva una grande predisposizione allo studio. La sua specialità, inoltre, era l'alabarda- egli ne aveva un grande controllo, proprio per questo gli diedero il soprannome di "yet Cheung ng mui fa" e cioè "cinque fiori con una lancia". Nel 1894 due studenti di Chan On Pak, Cheng Si leung e Chan Siu Bak, aiutarono le truppe rivoluzionarie di Sun Yat Sen a combattere contro la dinastia Ching e gettarono le basi della Repubblica Cinese. Il figlio più piccolo, Chan Koon Pak, lasciò King Mui e diventò mercante a Kong Moon City, dove la sua fama di artista marziale si diffuse rapidamente. Infatti egli dovette smettere di fare il mercante e si dedicò totalmente ad insegnare lo stile del Choy Li Fut. Più tardi fondò un grande centro per lo studio di tale stile, nella città di Canton.
Chan Heung ebbe 18 discepoli del Choy Li Fut. Nel 1848 i 18 discepoli cominciarono ad inseganre lo stile in tutto il sud della Cina. Il primo discepolo che insegnò il Choy Li Fut fuori dal villaggio di King Mui fu Lung Ji Choi, che aprì una scuola di kung fu nel villaggio di Chum Jao in provincia di Kzangsi. Subito dopo Chan Din Yao e Chan Din Fune iniziarono la prima scuola di Choy Li Fut nel Fut San. Gli altri discepoli che promossero il nuovo stile furono: Chan Dai Yup a Kwang Chow; Chan Din Sing a Chung San; Chan Mau Jong a Poon Yu; Chan Din Bong a Tung Kong; Chan Din Wai a Hoi Ping; Chan Din Jen a Toi San; Chan Sun Dong a Yen Ping; Chan Din Duk a Hok San; Chan Dai Wai a Siu Hing; Chan Sing Hin a Sun Wui City; Chan Yin Yu a Gong Moon. Inoltre, ammirabili compiti furono svolti da Chan Dai Sing, Chan Din Sing, Chan Mau Wing e Chan Din Gung, i quali insegnarono il Choy Li Fut in 26 villaggi nella zona di King Mui.Nel 1867 un altro studente di Chan Heung, Jeong Yim, andò a Fut San per riaprire la scuola originariamente fondata da Chan Din Yao e da Chan Din Fune. Jeong Yim fu detto "il padre della scuola hung Sing di Choy Li Fut". Generalmente si pensa che ci sono 2 scuole di Choy Li Fut: hung sing e bak sing e che ci sono 2 rappresentanti della scuola di hung sing. Durante la rivoluzione a metà 1800, il partito Hung Moon rappresentava tutte le fazioni rivoluzionarie compresi i rappresentanti del Choy Li Fut. Durante questo periodo le scuole di Choy Li Fut avevano uno slogan segreto "Hung ying ji sing; ying hung wing sing". Tradotto significa "gli eroi del partito Hung sono superiori; gli eroi vincono sempre". I seguaci di Chan Heung adottarono 2 parole del motto come parole d'ordine segrete - Hung sing - che significavano "il partito di Hung vince". Però purtroppo, questo somigliava molto al nome della fazione interdetta, cioè il partito di Hung Moom, così essi lo cambiarono in un altro slogan, il quale come suono era simile a Hung sing ma significava "l'oca vincente".Nel frattempo, la scuola di Choy Li Fut di Jeong Yim si attribuì il nome di "hung sing kwoon" (usando hung che significa oca). Alcuni dei suoi studenti cominciarono a chiamarlo Jeong Hung Sing. Quando la sua scuola aveva raggiunto la terza generazione di studenti, il significato reale di Hung Sing era andato perduto e la sua terza generazione di studenti credevano che lui fosse il fondatore di un tipo di Choy Li Fut conosciuto come Hung sing Choy Li Fut. Per chiarire la questione il figlio di Chan Heung, Koon Pak, cambiò il nome hung sing, dando lla parola hung un diverso significato: "forte". Da quel momento in poi le scuole di Choy Li Fut nell'area di King Mui di Koon Pak si chiamarono con lo slogan hung sing, che significava "vincitore forte", mentre le scuole di Fut San mantennero il loro motto hung sing "oca vincente".Da qui deriva la credenza che vi siano 2 scuole hung sing di Choy Li Fut. Il ramo di tale stile, bak sing, può essere fatto risalire a Jeong Yim. Jeong Yim ebbe tre studenti principali. Uno di loro fu Louie Chun, il quale ebbe uno studente di nome Tam Sam. Tam Sam aveva una scuola di Choy Li Fut a Kwangohow, in un distretto chiamato Siu Bak (che viene tradotto "piccolo nord"). La sua scuola si chiamava Siu Bak Hung Sing Choy Li Fut. Tale nome, però, er atroppo lungo per essere pronunciato facilmente e quindi fu cambiato in Bak Sing Choy Li Fut. Per rispettare il loro insegnante, gli studenti di Tam Sam, si consideravano come un ramo del Bak Sing del Choy Li Fut. Nel 1979, ad Hong Kong, tutte le scuole di Choy Li Fut aderirono a rappruppare gli stili in un unico detto appunto Choy Li Fut. I nomi hung sing e bak sing sono usati solo per identificare le origini dei singoli rami.
lunedì 23 marzo 2009
Meeting Tai Chi
Ciao a tutti, vi informo che Sabato 28 Marzo alle 15.00 ci sarà un meeting presso la palestra dei Giovani Dragoni riguardo al tai chi. A questo meeting parteciperanno i maestri Martini e Brendan Lay molto bravi in materia. Per chi è interessato a questa disciplina può essere una bella occasione!!! Per info e costi contattatemi
domenica 22 marzo 2009
Fearless
Huo Yuanjia, personaggio realmente esistito, è un giovane e brillante talento nelle arti marziali, di cui però non ha compreso fino in fondo il significato: invece di abbracciarne il reale spirito, le utilizza per acquisire fama e fortuna. L’assassinio della madre e della figlia cambieranno profondamente la sua esistenza e il suo modo di vedere il mondo che lo circonda… Fearless è un film che punta quasi esclusivamente sulla spettacolarità dei combattimenti e sulla capacità di Jet Li di “bucare lo schermo” per raccontare una classica storia di redenzione e coraggio. Il divo cinese, sempre più bravo quando recita in casa che in trasferta (è oramai da anni cooptato da Hollywood per mediocri action movie), ha ancora i numeri e il carisma per reggere pellicole di questo tipo, ma Fearless dimostra che gli anni passano per tutti e l’incremento delle sequenze in cui il protagonista è inquadrato di spalle o nelle quali un salvifico montaggio spezza un’azione altrimenti insostenibile, è piuttosto indicativo. Restano dunque una storia edificante, un'eccellente ricostruzione storica della Cina del periodo, interessanti e ben coreografati scontri uno contro uno e un certo manicheismo di fondo nel rappresentare le parti in causa ( solo i combattenti hanno una morale e un etica, tutti gli altri, specie gli occidentali, sono personaggi discutibili), oramai abbastanza radicato in pellicole di questo genere. Gradevole, ma solo per appassionati del filone trattato.
sabato 21 marzo 2009
Jet Lee
Perso il padre all'età di due anni, Li vive sotto le cure della madre, che per combattere la timidezza innata del piccolo lo spinge all'età di circa otto anni alla pratica sportiva: la scelta ricade quasi casualmente sulle arti marziali, ma Li dopo un anno è già sul punto di abbandonare. Solo in seguito alle pressioni del maestro Wu Bin, convinto delle enormi potenzialità del bambino, Li proseguirà ad allenarsi, fino a diventare il più grande ed il più giovane campione di Wushu (arti marziali cinesi) di tutti i tempi. Ancor prima di aver battuto in una mezza dozzina d'anni di competizioni agonistiche di non- combattimento ogni record, in una stupefacente escalation di vittorie in svariate discipline, all'età di undici anni un giovanissimo Jet Li si esibisce, in occasione di un tour mondiale della nazionale di Wushu, sul giardino della Casa Bianca in presenza del presidente Nixon, che si complimenta personalmente con lui. L'esordio al cinemaRitiratosi dall'attività sportiva agonistica all'età di 17 anni in seguito ad un infortunio al ginocchio, decide di cedere alle forti pressioni dell'industria cinematografica accettando il ruolo di protagonista nel film Shaolin Temple (1979), straordinario successo di pubblico in tutta l'Asia seguito da due sequel (Shaolin Temple 2 e Shaolin Temple 3, 1983/1986), regalando stupefacenti prestazioni dal punto di vista atletico-stilistico ma palesando ovvie mancanze da quello recitativo. Disilluso dall'industria cinematografica cinese in seguito all'esperienza vissuta durante le riprese di Shaolin Temple 3, burrascose per vari problemi con il regista nonchè per la disparità nel trattamento economico a seconda dell'etnia di provenienza del cast (Cina/Hongkong), è sul punto di abbandonare il mondo del cinema quando gli viene offerta la possibilità di avere il completo controllo creativo su un'opera: il modesto risultato, da lui scritto, diretto e interpretato, è Born to Defence (1986), prima ed ultima escursione del buon Jet nel misterioso mondo della regia. L'incontro con Tsui HarkIdolatrato in patria, Jet Li è sommerso dalle proposte, ma è l'incontro con il maestro Tsui Hark a segnare la svolta. Il talento stilistico e la perfezione marziale si fondono nel dar vita alla più rilevante saga cinematografica della storia del cinema cinese medio-recente: incentrata sulla vita di Wong Fei Hung, eroe popolare cinese semi- leggendario, la saga di Once Upon a Time in China (1991), che trova il suo punto più alto nel primo dei sei episodi, segna la svolta recitativa per Jet Li, ispirato dal tocco indelebile della mano stregata di Tsui Hark. A cavallo dei vari capitoli di OuaTiC (Once Upon a Time in China), memorabile la collaborazione di Jet Li con Yuen Wo- Ping in Tai-Chi Master (1993) e quella con Corey Yuen nei due The Legend of Fong Sai-Yuk (I/ II, 1993), rilettura in chiave action-comedy della vita del personaggio interpretato da Li in OUaTiC (Wong Fei Hung/Fong Sai-Yuk), occasione per il nostro di confermare la propria verve comica. Tra i 25 titoli orientali precedenti all'esordio sul mercato USA di Jet, molti dei quali imperdibili per ogni appassionato (Kung Fu Cult Master (1993), Meltdown (1995), Contract Killer (1998)), epocale la rilettura di un classico delle arti marziali quale Fist of Fury di Bruce Lee: Fist of Legend (1994), diretto da Gordon Chan, è infatti grazie alle stupefacenti doti del protagonista uno dei più grandi film d'arti marziali di tutti i tempi, degno tributo all'imponente predecessore. Il successo ad HollywoodAssorto a idolo popolare, al pari in patria di Jackie Chan, arriva per Jet Li nel 1998 il momento di tentare la strada di Hollywood: il primo ruolo è da villain in Arma Letale 4, al fianco di Mel Gibson e Danny Glover, a seguire quello da protagonista in Romeo deve morire (2000), discreto ghetto-kungfu-movie opera prima di Andrzej Bartkowiak, fino ai ruoli di rilievo in Kiss of the Dragon (2001), indeciso action-thriller prodotto da un Besson ormai impazzito, e The One (2001), definitiva e convincente consacrazione ai gradini più alti dello stardome mondiale dell'action-movie. Sposatosi con Nina Li Chi nel 1999, rinuncia al ruolo da co-protagonista per La Tigre e il Dragone (Li Mu Bai) e ad un ruolo di rilievo (Seraph) nei due sequel di Matrix per seguire la gravidanza della propria consorte, che da alla luce una bambina, Jane, nel Settembre del 2000. Dopo la parentesi hollywoodiana, è il momento per Li di tornare alle origini lavorando insieme a Zhang Yimou alla realizzazione di Hero (2002), colossal del wuxia dal successo strepitoso, prima in patria, poi a livello planetario. Dopo il pessimo Amici per la Morte (2003) e la release del videogame Rise to Honor, con voce e motion-capture di Jet Li, il 2005 è l'anno di Danny the Dog, ennesima, adrenalinicamente pretenziosa, produzione di Luc Besson, di impatto limitato ma di risonanza decisamente ampia. Fearless, previsto per il 2006 e annunciato come il padre di tutti i film di arti marziali, è basato sulla leggendaria vita di un leggendario maestro cinese, Yuanjia, che sconfisse un numero incalcolabile di leggendari campioni stranieri. Il titolo potrebbe segnare una ulteriore svolta nella carriera di Jet Li: stando alle dichiarazioni dello stesso, infatti, l'attore si sentirebbe realizzato e non avrebbe più nulla da chiedere ne da dare al filone, e dovrebbe trattarsi quindi del suo ultimo film d'arti marziali. Dichiarazioni pesanti, che di certo non susciteranno in nessun caso l' entusiasmo degli aficionados, ma, comunque vada, per Jet Li non sarà mai troppo tardi per tornare indietro.
venerdì 20 marzo 2009
Golden Dragon
Ciao ragazzi, vi comunico che l'edizione 2009 del golden dragon 2009 saranno il 16-17 Maggio a Torino. Per chi non lo sapesse il G. D. è un torneo internazionale che vede fronteggiarsi vari atleti di diverse discipline. Insomma un evento spettacolare da non perdere in cui parteciperanno alcuni atleti dei Giovani Dragoni.
giovedì 19 marzo 2009
Il Serpente all'ombra dell'aquila
Alla fine della dinastia dei Ching, in Cina sono sopravvissute solo due scuole di arti marziali tra le più antiche: Artiglio d'Aquila e Pugno di Serpente. Lord Sheng Kuan, il vecchio maestro della scuola di Artiglio d'Aquila è deciso a tutto pur di eliminare i membri della scuola rivale. Nel frattempo il grande maestro, custode dello stile del Serpente, allena in segreto un giovane promettente. Ma la nuova recluta sarà in grado di affrontare il nemico?... Consigliato agli amanti delle arti marziali.
mercoledì 18 marzo 2009
Hung Gar: Parte 2
Le armi:
Bastone due teste (Seung Tou Kwun)
Bastone della famiglia Lau (Lau gar Kwun)
Doppi coltelli a farfalla (Seung Wu dip Dou)
Grande palo (Tai Kwan /Pa Qua Kwun)
Spada curva (Daan Dou)
Lancia (Ying Cheong)
Forcone (Tai Pa)
Spada dritta (Kim)
Alabarda (Kwan Dou)
Panca (Kiu Dung)
Queste sono le armi principali adottate dallo stile Hung Gar. Secondo la tradizione cinese possono essere divise in armi Yin e Yang. Le prime sono considerate armi femminili, veloci, leggere e precise, come la spada dritta; le altre invece sono maschili, più lente, forti e potenti, come l'alabarda.
Forme principali:
Gong Ji Fook Fu Kuen ( ideogramma lavoro, sottomettere la tigre)
Tid Sin Kuen (Pugno del filo di ferro)
Fu Hok Seung Ying Kuen (Doppia forma della tigre e della gru)
Sup Ying Kuen (Pugno delle dieci vie o dei dieci modelli (5 animali - 5 elementi))
Queste sono solo le forme principali dello stile, quelle riconosciute universalmente dalla maggior parte delle scuole di Hung Gar. Ma quelle realmente esistenti, come spesso accade nel Kung Fu, si avvicinano al centinaio.
Bastone due teste (Seung Tou Kwun)
Bastone della famiglia Lau (Lau gar Kwun)
Doppi coltelli a farfalla (Seung Wu dip Dou)
Grande palo (Tai Kwan /Pa Qua Kwun)
Spada curva (Daan Dou)
Lancia (Ying Cheong)
Forcone (Tai Pa)
Spada dritta (Kim)
Alabarda (Kwan Dou)
Panca (Kiu Dung)
Queste sono le armi principali adottate dallo stile Hung Gar. Secondo la tradizione cinese possono essere divise in armi Yin e Yang. Le prime sono considerate armi femminili, veloci, leggere e precise, come la spada dritta; le altre invece sono maschili, più lente, forti e potenti, come l'alabarda.
Forme principali:
Gong Ji Fook Fu Kuen ( ideogramma lavoro, sottomettere la tigre)
Tid Sin Kuen (Pugno del filo di ferro)
Fu Hok Seung Ying Kuen (Doppia forma della tigre e della gru)
Sup Ying Kuen (Pugno delle dieci vie o dei dieci modelli (5 animali - 5 elementi))
Queste sono solo le forme principali dello stile, quelle riconosciute universalmente dalla maggior parte delle scuole di Hung Gar. Ma quelle realmente esistenti, come spesso accade nel Kung Fu, si avvicinano al centinaio.
martedì 17 marzo 2009
Lao Tze: il capostipite del taoismo
Molto poco si conosce sulla vita di Lao Tze. La sua esistenza è tuttoggi oggetto di diatribe, quanto lo è la stesura del Tao Te Ching. La sua figura è stata, nel corso dei secoli, mitizzata e divinizzata. Una leggenda racconta che nacque nel Ku, prefettura dello Stato di Chu (corrispondente all'attuale contea di Lùyì nella provincia dell'Henan), negli ultimi anni del Periodo della Primavera e dell'Autunno. Un'altra versione ne colloca la nascita nella contea di Guoyang, provincia di Anhui.
La leggenda vuole che nacque da una vergine, dopo vari anni di gravidanza, per alcune versioni otto, per altre ottanta, o anche 97. Questa leggenda dà una spiegazione del nome, che letteralmente significa il Vecchio Maestro o il Vecchio Bambino.Particolare ricorrente è che la donna partorì Lao dal cavo ascellare. I racconti risultano imprecisi circa la scelta dell'ascella.
In accordo alla leggenda e alla biografia contenuta nell'opera di Sima Qian, Laoz Tze fu contemporaneo di Confucio, e lavorò come archivista nella Biblioteca Imperiale della dinastia Zhou (1122–256 AC). Confucio lo incontrò volontariamente o accidentalmente nell'attuale Luoyang, dove Confucio usava recarsi per consultare la biblioteca. La storia racconta che Confucio, nelle settimane successive, discusse le chiavi di volta del Confucianesimo, insieme a Lao Tze. Una leggenda taoista racconta che Confucio apprese molto di più parlando con Lao Tze che consultando la biblioteca.
In seguito, Lao Tze lasciò la sua professione. Alcuni affermano che viaggiò verso Occidente con il suo bufalo, attraverso lo Stato di Qin. Arrivato al posto di guardia di Hangu, Lao Tzei fu interpellato da un ufficiale, Yixi, il quale gli chiese di lasciare qualche scritto sulla sua filosofia prima di andarsene. La risposta di Lao Tze all'ufficiale furono i cinquemila ideogrammi del Tao Te Ching, la prima e unica opera scritta del filosofo. Lao Tze, in un certo senso rinnegando praticamente con lo scrivere proprio l'essenza del suo pensiero, lascia il suo testo su tavolette di bambù al guardiano. Fatto questo Lao Tze ripartì e scomparve senza essere mai più visto nelle distese desertiche. Rotoli e dipinti descrivono Lao Tze come un uomo anziano, calvo, con lunga barba bianca. È di solito raffigurato in viaggio insieme al suo bufalo d'acqua.
La leggenda vuole che nacque da una vergine, dopo vari anni di gravidanza, per alcune versioni otto, per altre ottanta, o anche 97. Questa leggenda dà una spiegazione del nome, che letteralmente significa il Vecchio Maestro o il Vecchio Bambino.Particolare ricorrente è che la donna partorì Lao dal cavo ascellare. I racconti risultano imprecisi circa la scelta dell'ascella.
In accordo alla leggenda e alla biografia contenuta nell'opera di Sima Qian, Laoz Tze fu contemporaneo di Confucio, e lavorò come archivista nella Biblioteca Imperiale della dinastia Zhou (1122–256 AC). Confucio lo incontrò volontariamente o accidentalmente nell'attuale Luoyang, dove Confucio usava recarsi per consultare la biblioteca. La storia racconta che Confucio, nelle settimane successive, discusse le chiavi di volta del Confucianesimo, insieme a Lao Tze. Una leggenda taoista racconta che Confucio apprese molto di più parlando con Lao Tze che consultando la biblioteca.
In seguito, Lao Tze lasciò la sua professione. Alcuni affermano che viaggiò verso Occidente con il suo bufalo, attraverso lo Stato di Qin. Arrivato al posto di guardia di Hangu, Lao Tzei fu interpellato da un ufficiale, Yixi, il quale gli chiese di lasciare qualche scritto sulla sua filosofia prima di andarsene. La risposta di Lao Tze all'ufficiale furono i cinquemila ideogrammi del Tao Te Ching, la prima e unica opera scritta del filosofo. Lao Tze, in un certo senso rinnegando praticamente con lo scrivere proprio l'essenza del suo pensiero, lascia il suo testo su tavolette di bambù al guardiano. Fatto questo Lao Tze ripartì e scomparve senza essere mai più visto nelle distese desertiche. Rotoli e dipinti descrivono Lao Tze come un uomo anziano, calvo, con lunga barba bianca. È di solito raffigurato in viaggio insieme al suo bufalo d'acqua.
lunedì 16 marzo 2009
Jacky Chan
Da stuntman ad attore, da regista a sceneggiatore, fino a diventare un produttore cinematografico e addirittura un cantante. Questa è la lunga carriera di Jackie Chan, il miglior attore cinese di action-movie comici in circolazione per i verdi e luminosi prati hollywoodiani e cinesi. Memorabile erede del mitico Bruce Lee (almeno così viene facilmente etichettato), ma dallo stile completamente diverso.Figlio unico di una coppia molto povera (talmente povera che alla nascita i suoi genitori sono tentati dal darlo in adozione per poter pagare le spese del parto, opzione fortunatamente evitata grazie ad alcuni amici che corrono in aiuto della famiglia), il suo nome significa "Nato a Hong Kong". Quando finalmente il padre riesce a trovare un'occupazione come cuoco e la madre una come governante all'Ambasciata Francese, la famiglia Chan può sperare in tempi migliori. All'età di 7 anni, il piccolo Kong-Sang viene iscritto alla Scuola dell'Opera di Pechino, sotto la direzione del maestro Yu Jan-Yuen e, visto che i genitori per motivi di lavoro sono costretti a trasferirsi in Australia, il bambino viene affidato proprio a lui, che lo educherà molto severamente (erano previste pene corporali per punizioni) al rigore e alla disciplina. Lì impara la danza, il canto, la recitazione e le arti marziali, lavorando e studiando anche per 18 ore al giorno. In brevissimo tempo diventa abile nel kung fu, nel wing chun, nel tang lang, bak mei, nello shaolin kung fu, ma anche hapkido, boxe, judo, taekwondo e hei long. Con il nome di Yuen Lo, insieme ad altri sei compagni meritevoli, diventa membro del gruppo Le Sette Piccole Fortune che si esibisce per tutta la Cina in una serie di spettacoli che attirano l'interessa dei produttori cinematografici asiatici. Ha solo 8 anni quando debutta come attore in un film: Big and Little Wong Tin Bar (1962), con Samo Hung, poi grazie alla sua abilità nelle acrobazie diventa un richiestissimo stuntman, firmando un contratto con la casa di produzione Golden Harvest. Cambia nome d'arte (Chen Lung) e ancora adolescente riesce a conquistare ruoli sempre più importanti, soprattutto accanto al mitico Bruce Lee in Dalla Cina con furore (1972) e I tre dell'Operazione Drago (1973). Alla morte di Bruce Lee, la critica cinematografica cinese lo propone come suo probabile erede, ma Jackie Chan non vuole etichette e con il nome di Sing Laung ("Già Dragone"), inizia a recitare con registi come Lo Wei, Zhu Mu, Chen Chi-Hwa, Yuen Woo-Ping, John Woo e Stanley Tong in pellicole che al botteghino oscilleranno fra successi e flop. Sono fiaschi quando Chan cerca di imitare Bruce Lee, mentre sono grandi campioni di incassi quando, prendendo spunto dalla mimica di Buster Keaton, cerca di sposare la comicità con le arti marziali. E sarà proprio questa ultima linea recitativa ad avere la meglio nella sua carriera.In una manciata di anni diventa uno degli attori più pagati e richiesti dello Star System asiatico fino a dirigere e interpretare i suoi film (primo dei quali è Il ventaglio bianco, 1980). Con i soldi accumulati, fonda una casa di produzione propria, la Golden Way, nonché l'agenzia di casting Jackie's Angels, ma soprattutto la scuola di stuntmen Jackie Chan Stuntmen Association. Poi arriva la trasferta negli Stati Uniti con La corsa più pazza d'America (1981) accanto a Burt Reynolds e Dean Martin, seguito dal suo sequel La corsa più pazza d'America n° 2(1984), e l'amicizia con Sylvester Stallone e Steven Seagal.Nel 1982 sposa l'attrice taiwanese Lin Feng-Jiao, la quale gli darà un figlio, Jaycee Chan. Pessimo marito e padre per sua stessa ammissione (troppo severo e troppo assente), instaurerà una relazione con Miss Asia Elaine Ng Yi-Lei, dalla quale avrà un'altra figlia, Etta Ng Chok Lam. Nel 1989, viene onorato con il titolo di Membro dell'ordine dell'Impero Britannico per i suoi servigi resi nel campo dello spettacolo. Mentre negli Anni Novanta, la rete per teenager Mtv gli conferisce un premio alla carriera, dopo il suo primo vero successo americano Terremoto nel Bronx.Diventa un fenomeno, meritevole di essere inserito fra le "furie del cinema": Jean-Claude Van Damme, Bruce Lee e Chow Yun Fat. Nel 1998 affianca Stallone nella commedia Hollywood brucia, ma raggiunge il maggiore successo con Rush Hour – Due mine vaganti (1998) in coppia con Chris Tucker. La pellicola che mischia la commedia all'action è diretta da Brett Ratner e andrà così bene al botteghino da avere due sequel Colpo grosso al Drago Rosso (2001) e Rush Hour – Missione Parigi (2007) dove recita nientemeno che con Max von Sydow.
domenica 15 marzo 2009
Visita maestro Shin
Mi è giunta notizia che il maestro Shin Dae Woung farà visità alla palestra dei giovani dragoni verso la fine di marzo (la data precisa non la conosciamo ancora). Essendo il capostipite dello stile tang lang praticato dai giovani dragoni, penso possa essere un esperienza molto interessante per approfondire l'aspetto sia tecnico che filosofico di questo stile. Per chi volesse partecipare al meeting il prezzo dovrebbe aggirarsi intorno ai 20-30 € .
per qualsiasi cosa sapete a chi rivolgervi!!
per qualsiasi cosa sapete a chi rivolgervi!!
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